Orrore in Slovenia: donna sepolta in una valigia

Un altro tragico femminicidio, il cadavere nascosto all’interno di una valigia. Il corpo dell’influencer austriaca Stefanie Pieper è stato ritrovato sabato 27 novembre, in una zona boschiva di Maribor, in Slovenia. Colpevole è risultato l’ex fidanzato che, dopo vari tentennamenti, ha confessato l’omicidio. La vittima, truccatrice e beauty influencer 32enne, molto seguita in Austria, risultava scomparsa a Graz dal 23 novembre, in seguito al rientro nel suo appartamento dopo una festa natalizia. Uccisa, secondo quanto riportano i media locali, per strangolamento, chiusa in una valigia e, infine, seppellita nel bosco.

La perquisizione: i primi sospetti

Alle 7 del mattino è datato l’ultimo segno di vita della donna. Stefanie, infatti, aveva scritto su Whatsapp a un’amica, comunicandole di essere rincasata senza alcun problema, dopo l’arrivo in taxi, ma di aver intravisto una figura inquietante sulla soglia delle scale. Poi il totale silenzio. A destare i primi sospetti, era stata la sua assenza, il pomeriggio successivo, a uno shooting fotografico, programmato da tempo. Un comportamento non da lei, che aveva subito preoccupato familiari e colleghi. Nessuno era però riuscito a contattarla.

La polizia, recatasi all’appartamento della donna per una perquisizione, aveva trovato il suo cane, un golden retriever di nome Marlow, insieme al suo ex fidanzato Patrick M., 31enne. Buttafuori di origine slovena, aveva intrattenuto con la vittima una relazione a intermittenza, per chiudere poi definitivamente i rapporti. Le dichiarazioni dell’uomo, che sosteneva di essere lì per badare al cane, erano state subito messe in discussione dal ritrovamento di alcune tracce di sangue sul telaio di una porta. Indizio isolato e, quindi, insufficiente a giustificare un arresto immediato. In seguito, però, dei testimoni avevano riferito di aver sentito un forte litigio proprio alle 8 del mattino di quella domenica e di aver visto poi l’uomo allontanarsi con un oggetto voluminoso sulle spalle.

La confessione e il ritrovamento del corpo
Stefanie Pieper, influencer austriaca di 32 anni

Lunedì 24 novembre, la polizia era riuscita a fermare l’ex fidanzato che, nel frattempo, aveva attraversato il confine fra Austria e Slovenia diverse volte. Rientrato nel suo paese d’origine, l’uomo aveva cercato di bruciare, con lo scopo di occultare le prove, la sua auto, ritrovata nelle vicinanze di un casinò a pochi passi dalla frontiera con l’Austria. Gli inquirenti, poi, avvalendosi dell’aiuto di droni e squadre speciali, avevano avviato le ricerche della donna scomparsa. Ricerche che li avevano portati a perquisire anche alcune proprietà della famiglia del sospettato.

Intanto, per evitare l’inquinamento di eventuali prove, il fratello e il patrigno dell’uomo erano stati posti in custodia cautelare in un carcere austriaco e rilasciati poco dopo. Il sospettato, interrogato a lungo dalla polizia, aveva progressivamente cominciato a collaborare con gli inquirenti. Ha così confessato l’omicidio, consentendo il ritrovamento del corpo della vittima. Secondo le ricostruzioni, aveva nascosto il cadavere all’interno della valigia. Poi trasportata sul sedile posteriore della sua Golf rossa e scaricato in un bosco della Slovenia nord-orientale, luogo in cui era stata seppellita. In caso di condanna per omicidio, il 31enne rischia l’ergastolo.

Femminicidi: un’emergenza che non si arresta

Un’altra vita spezzata, un ulteriore, tragico caso di femminicidio che rende l’attenzione al fenomeno più urgente che mai. Un reato con una frequenza sempre più alta, ma per il quale risulta difficile attingere a dati precisi. Per quanto riguarda il nostro Paese, secondo l’Osservatorio di Non Una di Meno, sono oltre 70 i femminicidi registrati al novembre 2025.  Delitti che spesso avvengono, come in questo caso, fra le mura domestiche, all’interno di relazioni e rapporti di fiducia.

Secondo l’indagine Istat, nell’anno in cui l’Italia ha introdotto il reato di femminicidio, sono ancora 6 milioni e 400mila le donne dai 16 ai 75 anni che dichiarano di aver subito violenza. In attesa che vengano forniti ulteriori elementi sulla macabra vicenda di Stefanie Pieper, viene naturale riflettere su quanto, per contrastare un fenomeno che non accenna a diminuire, risultino necessari cambiamenti e rivoluzioni culturali e valoriali, che coinvolgano l’intera società.

A cura di Lucrezia Aprili

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