Nella notte tra sabato 30 e domenica 31 marzo 2024 torna l’ora legale. Le lancette degli orologi, alle due di notte, dovranno essere spostate avanti di un’ora. Si dormirà, quindi, un’ora in meno e si sfrutterà di più l’irradiazione solare.
L’origine dell’ora legale
Il passaggio tra ora solare e ora legale arriva in Italia nel 1916. Dopo diverse fasi di abolizione e successivi ripristini, torna nel nostro Paese durante la Seconda guerra mondiale e viene formalizzata nell’imminente dopoguerra. La convenzione di spostare di un’ora avanti le lancette degli orologi di uno Stato viene utilizzata per sfruttare al meglio l’irradiazione solare e, quindi, risparmiare in termini di energia elettrica.
I vantaggi energetici
I vantaggi che il passaggio all’ora legale comporta sono diversi e riguardano soprattutto il piano energetico. La luce solare viene sfruttata a pieno nel corso dei sette mesi di ora legale e questo comporta un risparmio di milioni di euro di bollette. A dichiararlo è Terna, operatore indipendente di reti per la trasmissione di energia elettrica in Europa.
Ora legale tutto l’anno: i vantaggi
I vantaggi economici
Secondo Terna e Sima, Società Italiana di Medicina Ambientale, adottare l’ ora legale tutto l’anno comporterebbe diversi benefici. «Sul fronte energetico, l’adozione dell’ora legale permanente tutto l’anno produrrebbe nel nostro Paese minori consumi di energia per circa 720 milioni di kwh equivalenti – considerando solo le attuali tariffe della luce sul mercato tutelato – a un risparmio in bolletta di circa 180 milioni di euro annui». La permanenza dell’ora legale comporterebbe, quindi, un risparmio consistente per le tasche degli italiani.
I vantaggi ambientali
La Società Italiana di Medicina Ambientale spiega anche i vantaggi che l’adattamento dell’ora legale permanente comporterebbe sul fronte ambientale. «Secondo Terna dal 2004 al 2022 il nostro Paese ha risparmiato circa 2 miliardi di euro e 10,9 miliardi di kWh di elettricità grazie all’ora legale. A ciò si aggiungerebbe un massiccio taglio alle emissioni climalteranti pari a 200.000 tonnellate di CO2 in meno, equivalenti a quella assorbita piantando dai 2 ai 6 milioni di nuovi alberi».
Gli effetti negativi sulla salute del cambio dell’ora
L’alterazione dell’orologio biologico
Il passaggio dall’ora solare all’ora legale, e viceversa, è causa del manifestarsi di diversi effetti negativi sulla salute umana.
A confermare questa evidenza è il presidente di Sima, Alessandro Miani, che ha affermato: «Si altera la ritmicità circadiana, ossia l’orologio biologico del nostro organismo che, in assenza di segnali provenienti dall’ambiente esterno, completa il proprio circolo in 24 ore. Il mancato rispetto di questi ritmi naturali ha effetti sulla pressione arteriosa e la frequenza cardiaca: diversi studi hanno attestato una correlazione tra cambio di orario e patologie cardiache, con l’Università di Stoccolma che ha riportato un’incidenza del +4% di attacchi cardiaci nella settimana successiva al passaggio al nuovo orario».
I problemi del sonno
Miani ha spiegato inoltre gli effetti che il cambio dell’ora ha sul sonno: «Si registrano problemi del sonno in una consistente fetta di popolazione, con conseguenze negative su concentrazione e umore e quindi su rendimento scolastico, efficienza sul lavoro e relazioni personali».
L’aumento degli incidenti
Il presidente di Sima ha concluso parlando dell’aumento che, il cambio dell’ora, fa registrare in termini di incidenti: «Altri studi hanno poi certificato una correlazione tra il passaggio da ora legale a ora solare e l’incremento di incidentalità stradale e sul lavoro, mentre una ricerca condotta in Australia ha perfino riscontrato un aumento dei suicidi nelle prime settimane di cambiamento dell’orario».
La richiesta al governo
Miani si è rivolto al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per chiedere l’abbandono definitivo dell’ora solare in Italia. «Chiediamo al governo Meloni di impegnarsi per arrivare in Italia all’abbandono definitivo dell’ora solare adottando l’orario legale tutto l’anno. Una possibilità prevista dall’Unione europea che già nel 2019 ha approvato una Direttiva che pone fine al doppio cambio orario durante l’anno lasciando ampia discrezionalità agli Stati Membri, auspicando un coordinamento tra le varie nazioni per evitare ripercussioni sugli scambi commerciali e i movimenti transfrontalieri».