È stata l’amante a ordinare l’omicidio di Michele Amedeo, il netturbino di 51 anni freddato il 25 aprile del 2017 davanti alla sede dell’Amiu Bari, dove stava per iniziare il turno di lavoro. Al termine delle indagini della Squadra Mobile sono stati arrestati alle luci dell’alba Vincenza Mariani (di 54 anni), amante diventata stalker e ritenuta la mandante dell’omicidio, gli esecutori materiali, Giuseppe Baccellieri (di 32 anni, genero della Mariani) e Massimo Margheriti (di 47 anni, ex dipendente della Mariani, già condannato aventi anni per tentato omicidio) nonché l’uomo che procurò auto e pistola: Michele Costantino (42 anni), finito agli arresti domiciliari. La sera di quel 25 aprile, Margheriti e Baccellieri, dopo aver pedinato Amedeo, gli hanno sparato, con quattro colpi che hanno raggiunto il fianco, il petto e il collo, uccidendolo davanti la sede dell’Amiu Bari. Sono accusati di concorso in omicidio doloso aggravato, detenzione e porto illegale di armi da fuoco, furto e ricettazione.
Il movente del delitto sarebbe maturato in seguito alla fine di una relazione extraconiugale. La Mariani aveva tentato più volte di riallacciare i rapporti con il netturbino, ma dopo i continui no da parte di Amedeo, gli aveva incendiato prima la macchina e poi aveva tentato di far prendere fuoco alla sua abitazione. L’uomo era sposato e aveva due figlie. Avrebbe così ingaggiato un suo ex dipendente, Massimo Margheriti (con precedenti per tentato omicidio, per cui aveva da poco scontato una lunga pena), promettendogli la somma di 5mila euro. Margheriti avrebbe poi coinvolto sia il genero della donna, Giuseppe Baccellieri, che un suo amico, Michele Costantino.
Ad incastrare i quattro sarebbero state le tracce dei tabulati telefonici: infatti sono stati individuati quattro telefoni intestati a persone residenti a Cassano Murge. Il giorno dopo l’omicidio la figlia maggiore di 24 anni discusse la sua tesi di laurea davanti alla commissione e ricevette il tanto sperato 110 e lode.