Olinda Onlus: l’Eden della diversità che celebra l’Ucraina

In una delle sue opere più celebri, Italo Calvino parla di città invisibili, nascoste. Utopiche rappresentazioni di un luogo ideale, mosse dalla memoria e dal desiderio. È sulla base di quest’idea che, a Milano, Olinda Onlus sceglie di chiamarsi proprio con il nome di una di quelle misteriose e ambite città di cui parla lo scrittore italiano.

L’organizzazione no-profit nasce nel gennaio 1996 all’ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini. L’obiettivo originario era riadattare quello che tutti conoscevano come un manicomio, e renderlo un luogo di apertura culturale e sociale. Contemporaneamente, l’attenzione fu rivolta alla ricostruzione dell’identità delle persone che ne facevano parte. Reparti, corridoi, muri e camerate: ogni angolo dell’edificio doveva diventare, piuttosto che un limite invalicabile, una barriera da oltrepassare per favorire l’inclusione in una società spesso ostile.

Olinda e salute mentale

Le attivita di Olinda intendono favorire l’accesso al diritto di cittadinanza delle persone con problemi di salute mentale. A partire dal 7 giugno, la Onlus promuove il Festival Da vicino nessuno è normale. Inaugurato nel 1997, l’evento estivo si è fatto promotore negli anni di iniziative uniche nel loro genere: la periferia di Milano sembra risplendere, e da un posto dimenticato si fa palcoscenico perfetto di rappresentazioni teatrali e eventi culturali in genere. Lo scopo? Sradicare il diverso dalla ghettizzazione, che sia esso un soggetto con problemi di salute fisica o mentale, un immigrato, un disabile o un giovane senza aspirazioni.

Il Festival alla seconda edizione del 1998
Tra i temi anche la guerra in Ucraina

Il festival ha dato vita al TeatroLaCucina, inaugurato nel 2008 in occasione del trentennale della Legge Basaglia/180, la prima e unica norma che impose la chiusura dei manicomi e regolamentò il trattamento sanitario obbligatorio, istituendo i servizi pubblici di igiene mentale. L’atto normativo rese l’Italia il primo Paese al mondo ad abolire gli ospedali psichiatrici.

Ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini

Le rappresentazioni teatrali offrono il dialogo con la città, e da questa edizione vedranno in scena come primo spettacolo Non Tre Sorelle di Francesco Alberici ed Enrico Baraldi. Ad interpretare i ruoli principali Anfisa Lazebna, Yuliia Mykhalchuk e Nataliia Mykhalchuk.

Le tre attrici ucraine sono giunte in Italia da Kiev, capitale dell’Ucraina, grazie al progetto Stage4Ukraine. Con l’intento di riadattare Tre Sorelle del celebre drammaturgo russo Anton Cechov in chiave moderna e, a tratti, provocatoria, le attrici tenteranno di rispondere ad alcune domande fondamentali: cosa possiamo fare, come europei e cittadini del mondo, davanti alle immagini della guerra? Può la cultura farsi portavoce di un messaggio di pace?

«A Mosca! A Mosca!» è una delle più celebri battute del teatro mondiale, ma il 7 e l’8 giugno, i due giorni della rappresentazione, le attrici cercheranno di (re)interpretarla attraverso un nuovo punto di vista, per far interrogare gli spettatori su cosa voglia dire oggi portare in scena un testo simbolo della letteratura russa. Anche da parte di tre donne ucraine.

Sara Leombruno

Nata e cresciuta a Napoli, prediligo scrivere di cronaca e spettacolo. Amo le storie e percepire emozioni in chi me le racconta.

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