Obesità infantile, Unicef: 40 milioni di bambini in sovrappeso

Sono 40 milioni i bambini sotto i 5 anni in sovrappeso nel mondo. Lo ricordano Unicef e Oms oggi, nella Giornata mondiale contro l’obesità. Tra i 22 Paesi dell’area europea Italia e Malta, seguiti dalla Spagna, riportano il record negativo: un bambino su cinque è in sovrappeso.

Dal 2000 al 2016, secondo i dati dell’Unicef, la percentuale di bambini obesi fra i 5 e i 19 anni è raddoppiata da 1 su 10 a circa 1 su 5. Rispetto al 1975, il numero di bambini e ragazzi in questa fascia d’età che soffrono di obesità è 10 volte maggiore per le femmine e 12 volte maggiore per i maschi.

L’importanza dell’allattamento nella prevenzione

Il ruolo dell’allattamento nella prevenzione, secondo Oms e Unicef, è fondamentale: migliorare le pratiche nei primi anni di vita aiuta i bambini ad avere una dieta più sana e a evitare circa 100.000 casi di obesità infantile. L’allattamento per almeno sei mesi abbassa il rischio di obesità, rispetto a un bambino mai allattato o allattato per un periodo più breve.

A questo proposito Unicef e Oms chiedono ai governi e donatori di «implementare e monitorare politiche e programmi per supportare l’allattamento ottimale per madri e bambini».

Secondo il rapporto UNICEF del 2019 Bambini, cibo e nutrizione. Crescere sani in un mondo in trasformazione almeno un bambino su tre nella fascia di età tra 0 e 5 anni è denutrito o in sovrappeso. In Italia la percentuale di bambini sovrappeso tra i 5 e i 19 anni è al 36,8%, con un incremento del 39,1% rispetto al 1990.

Circa il 45% dei bambini al di sotto dei 2 anni non mangia con regolarità frutta o verdura. Inoltre il 60% non ha una dieta che contempli uova, latticini, pesce o carne. Secondo l’Unicef quando i bambini crescono diminuisce la possibilità che questi assumano cibi salutari a causa di marketing e pubblicità inappropriate, oltre al facile accesso ai fast food e a bevande zuccherate in aumento. «Malnutrizione non significa solo non avere da mangiare a sufficienza, ma anche mangiare in modo errato o malsano» sottolinea il Presidente dell’UNICEF Italia Francesco Samengo.

«Malnutrizione non significa solo non avere da mangiare a sufficienza, ma anche mangiare in modo errato o malsano»

Cause dell’obesità infantile

Le cause dell’obesità infantile sono molteplici. In primo luogo la cattiva alimentazione, legata poi a una ridotta attività fisica, a fattori di tipo genetico e più raramente a fattori ormonali (ipotiroidismo e disfunzioni surrenali).

L’iperalimentazione ai primi anni di vita provoca una maggiore predisposizione all’obesità in età adulta. Intervenire durante l’età della crescita e dello sviluppo è fondamentale.

La sedentarietà è l’altro principale fattore di rischio. Passare ore davanti al computer e alla televisione, prendere l’ascensore anziché le scale, usare la macchina per brevi tragitti anziché camminare sono alcune delle scorrette, ma sempre più frequenti, abitudini che portano all’eccessivo aumento di peso.

Le cattive abitudini sociali

Nel rapporto Obesità in bambini e giovani: Una crisi nella sanità pubblica scritto da un gruppo di esperti internazionali (IOTF) che fa capo alla WHO (World Health Organisation), e in collaborazione con la IASO (l’Associazione Internazionale per lo Studio sull’Obesità), le principali tendenze sociali che contribuiscono all’aumento dell’obesità infantile sono le seguenti:

  • Aumento dell’uso di trasporto motorizzato (ad esempio impiegare l’auto per andare a scuola);
  • Diminuzione dell’attività fisica durante il tempo libero
  • Aumento del tempo trascorso davanti la tv;
  • Aumento degli alimenti grassi ed energetici e della loro pubblicità;
  • Aumento di ristoranti e fast food che offrono grandi porzioni a poco prezzo;
  • Aumento del numero dei pasti durante la giornata;
  • Aumento dell’uso di bibite analcoliche dolci e gasate in sostituzione dell’acqua.
L’appello di Unicef a governi e famiglie: l’importanza dell’educazione alimentare

In particolare i governi, ma anche il settore privato, i genitori, le famiglie e le imprese sono chiamate ad aiutare i bambini a crescere in salute. Secondo l’Unicef è fondamentale che le famiglie educhino i bambini a una alimentazione sana e che i governi, attraverso tasse sullo zucchero, contribuiscano a ridurre la domanda di cibo non sano, oltre a incentivarne la fruizione attraverso prezzi convenienti e accessibili.

«Stiamo perdendo terreno nella battaglia per una dieta sana per ogni bambino» sostiene la direttrice dell’Unicef Henrietta H. Fore. «Questa non è una battaglia che possiamo vincere da soli. C’è bisogno che i governi, il settore privato e la società civile rendano la nutrizione dei bambini una priorità e lavorino insieme per affrontare alla radice la nutrizione non sana, in tutte le sue forme».

 

Carolina Zanoni

NATA NELLA GIORNATA MONDIALE DELLA LIBERTÀ DI STAMPA, NON AVREI POTUTO SCEGLIERE UNA STRADA DIVERSA. LAUREATA IN LETTERE ALL'UNIVERSITÀ DI VERONA, OGGI SONO GIORNALISTA PRATICANTE PER MASTERX IULM-MEDIASET. SONO APPASSIONATA DI POLITICA, ANCHE EUROPEA. HO COLLABORATO CON “TOTAL EU”, “ITALPRESS” E “DIRE” ALL'INTERNO DELLE ISTITUZIONI EUROPEE A BRUXELLES E A STRASBURGO. Mi PIACE INTERVISTARE E STAR DIETRO LE QUINTE A RACCONTARE LE DINAMICHE DEL PIÙ INTRIGANTE SPETTACOLO (O CIRCO) DEL MONDO: LA POLITICA.

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