«Non ci sono altri sopravvissuti da salvare». Questi gli ultimi aggiornamenti della polizia in seguito all’eruzione del vulcano Whakaari / White Island, situato sull’omonima isola a nord della Nuova Zelanda.
Il bilancio provvisorio è di almeno 5 morti e 18 feriti per ustioni di diversa entità. Anche se, il vice capo della polizia neozelandese John Timms ha avvertito che il numero delle vittime è destinato ad aumentare.
Al momento dell’eruzione, avvenuta alle 14:11 locali, erano presenti una cinquantina di turisti. Tra di loro, 23 sono stati soccorsi. Guardia costiera e polizia non sono potuti atterrare sul posto a causa del pericolo di possibili nuove eruzioni.
Secondo il CEO della New Zealand Cruise Association Kevin O’Sullivan, un tour formato da circa 30/38 persone stava visitando White Island quando il vulcano ha iniziato a eruttare. Tutti i visitatori sono dispersi. Stando a quanto dichiarato dal primo ministro Scott Morrison, oltre 20 turisti sono australiani. Il premier ha offerto il proprio aiuto per le operazioni di salvataggio.
Eppure, lo scorso 3 dicembre, GeoNet, sito neozelandese di monitoraggio per i rischi geologici aveva dichiarato che «il vulcano sarebbe potuto entrare in una fase in cui l’attività è più probabile del normale». Ciò nonostante, proseguivano gli scienziati, stando alle condizioni della scorsa settimana non vi erano rischi diretti per i turisti.
I turisti primi soccorritori
«Stavamo scattando foto e video e poi ci siamo resi conto di quello che era successo» racconta Michael Schade, uno dei fortunati visitatori ad aver lasciato l’isola pochi minuti prima che il Whakaari eruttasse. La sua barca era appena salpata quando l’enorme colonna di fumo si è alzata verso l’alto oscurando il cielo.
My god, White Island volcano in New Zealand erupted today for first time since 2001. My family and I had gotten off it 20 minutes before, were waiting at our boat about to leave when we saw it. Boat ride home tending to people our boat rescued was indescribable. #whiteisland pic.twitter.com/QJwWi12Tvt
— Michael Schade (@sch) December 9, 2019
Mentre lo skipper cercava di allontanarsi il più velocemente possibile, la nube si è diradata quel tanto che bastava per far notare ad alcuni il molo di White Island gremito di persone che urlavano in cerca di soccorso. Subito, la barca ha invertito la rotta e ha permesso ai turisti ammassati sulla banchina di salire. «Alcuni urlavano, altri erano sotto shock, molti erano feriti», continua Schade.
Una volta ripartiti, i passeggeri si sono organizzati come meglio hanno potuto per assistere i feriti, passando loro in continuazione quante più bottiglie d’acqua possibili per alleviare le ustioni. Altri cercavano di tranquillizzare chi si trovava in stato di shock, coprendoli con magliette e prestando loro inalatori per l’asma e collirio per gli occhi.
In attesa che la barca attraccasse e i feriti fossero trasportati all’ospedale più vicino.
Whakaari, l’isola misteriosa che appare e scompare
Non è un caso se i Maori la denominarono Whakaari, ossia “ciò che può essere visibile”. L’isola, di origine vulcanica, poteva apparire e scomparire dietro la nube di fumo e vapore provocata dal vulcano. La stessa nube che ha spinto James Cook, primo europeo a raggiungere l’isola, a nominarla White Island, proprio per la coltre bianca che l’avvolgeva.
Famosissima attrazione turistica, è visitata da circa 10.000 persone l’anno ed è oggetto di innumerevoli studi scientifici per la sua attività vulcanica. L’ultima eruzione degna di nota risale al 2016. Allora però, a differenza di oggi, non ci furono vittime.