Nissan Motor, con una causa civile depositata il 12 gennaio al Tribunale di Yokohama, ha chiesto all’ex presidente, Carlos Ghosn, 10 miliardi di yen (pari a circa 83,5 milioni di euro). Lo ha comunicato l’azienda in una nota, nella quale si legge anche che l’obiettivo è quello «di recuperare una significativa parte dei danni monetari inflitti alla compagnia dal suo ex presidente come risultato di anni di comportamenti scorretti e di attività fraudolenta».
Le parole di Carlos Ghosn
Il 65enne, accusato di vari illeciti finanziari in Giappone, attualmente si trova in Libano e ha commentato le ultime evoluzioni legali come «manovre abilmente coadiuvate dalla Nissan prima della pubblicazione dei risultati societari». I legali dell’ex presidente ricordano, infatti, che l’importo chiesto dalla multinazionale è significativamente minore dei 35 miliardi di yen menzionati in precedenza.
Le accuse
La causa intentata dalla casa automobilistica potrebbe, però, comportare una richiesta maggiore di danni rispetto alla cifra comunicata in base alle multe e alle spese che Nissan sarà costretta ad affrontare.
Il risarcimento richiesto include non soltanto le perdite finanziarie subite dall’azienda giapponese per via della condotta illegale di Ghosn, ma anche le spese addebitatele durante la gestione dell’imprenditore, che includono l’acquisizione di un residence all’estero e i costi del restauro. Non solo: tra queste figurano anche l’utilizzo dell’aereo privato per uso personale, i viaggi al Carnevale di Rio e la festa privata al palazzo di Versailles, oltre ai pagamenti fatti a sua sorella e al suo avvocato personale in Libano.
A queste vanno ad aggiungersi i costi relativi alle indagini interne di Nissan su Ghosn e «la sua condotta scorretta», oltre che le spese legali e regolamentari sostenute in Giappone, Stati Uniti, Paesi Bassi e altri luoghi.
L’arresto e la fuga
Ghosn ha sempre respinto tutte le imputazioni, definendosi vittima di una cospirazione interna alla multinazionale e ostaggio di quella che ha definito «ingiustizia giapponese».
L’ex top manager è stato arrestato nel novembre del 2018 e ha trascorso oltre 100 giorni in carcere. Durante la libertà su cauzione, in attesa del processo, è fuggito a bordo di un aereo privato dal Giappone verso il Libano, dove si trova attualmente.