Litigi ed alta tensione. Sono queste le premesse con cui oggi è iniziato a Londra il summit celebrativo di due giorni per i 70 anni della Nato. Mai nella storia dell’alleanza ci si era trovati di fronte ad una situazione così complessa.
I 28 Capi di Stato e di Governo occidentali – assente per motivi logistici il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu – sono infatti alle prese con una serie di divergenze e contrasti che rischiano di compromettere le basi del patto.
Sul tavolo numerosi temi, fra cui la cooperazione nelle varie missioni militari, la lotta al terrorismo e l’annosa questione degli stanziamenti minimi da destinare alla difesa, pari al 2% del Pil nazionale.
«Morte celebrale»
Con queste parole il presidente francese Emmanuel Macron aveva sentenziato sullo stato dell’Alleanza Atlantica, durante una recente intervista rilasciata al settimanale inglese The Economist. La dichiarazione di Macron era arrivata in seguito alla non-reazione statunitense ed europea al conflitto nel nord della Siria. Di conseguenza poneva l’accento sulla necessità di un’omogenea politica di difesa comune europea per favorire una maggiore indipendenza dall’ombrello statunitense.
Germania e soprattutto Usa non avevano gradito. Se Angela Merkel dichiarava di non condividere le affermazioni del presidente francese, molto più decisa era stata la reazione di Donald Trump: «offensivo e irrispettoso», aveva ribattuto il tycoon.
Disaccordo sulla Turchia
Ad alimentare le critiche per la dichiarazione dell’Eliseo anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che l’aveva definita un insulto in piena regola.
Proprio il ruolo di Ankara nel conflitto contro i curdi siriani rappresenta l’ennesimo elemento critico del vertice londinese. Washington continua infatti a difendere l’operato turco in Siria, identificando in Erdogan un alleato prezioso nella lotta all’Isis. Stima non condivisa affatto dalla maggior parte degli altri governi Nato.
Il nodo delle spese militari e il “burden sharing”
Ad alimentare le tensioni fra il presidente Usa e i suoi partner europei è anche la questione delle spese militari minime da destinare al finanziamento della Nato.
Solo 8 dei 29 stati membri attualmente rispetta i parametri del 2% di Pil nazionale previsti dagli accordi. Secondo Trump ciò starebbe determinando un peso eccessivo sui contribuenti americani al sostentamento dell’alleanza.
Il vertice nel vertice: il bilaterale Trump-Conte sulla Cina
A preoccupare la Casa Bianca il crescente partenariato fra Europa e Cina, con l’Italia osservata speciale dopo la firma del memorandum per la Nuova Via della Seta con Pechino. A Londra, il premier Giuseppe Conte si confronterà con il presidente americano anche per mettere in chiaro lo stato del progetto per la diffusione della rete 5G in Italia.
Nato ieri e Nato oggi
Il Patto Nord Atlantico raccoglie un’eredità lunga appunto 70 anni.
Costituito nel 1949 a Washington, era in origine fondato da 12 Paesi: 10 europei e 2 americani. Basata sul concetto della difesa collettiva fra gli stati membri, la Nato aveva lo scopo di proteggere gli stati europei occidentali dalla minaccia sovietica.
Dopo la caduta del muro di Berlino nel 1989, la prerogativa dell’alleanza è progressivamente cambiata. Il Patto Atlantico è diventato l’alleato militare numero uno per attuare le risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu e garantire il rispetto del diritto umanitario e bellico.
Le recenti questioni geopolitiche hanno mutato ancora gli equilibri dell’alleanza, mettendo per la prima volta in discussione l’assoluta leadership americana.
E se è vero, come sostiene Macron, che bisogna rafforzare la difesa comune europea, è altrettanto vero che non potrà mai esistere una Nato senza Stati Uniti.