
A San Siro l’Italia parte forte e illude con un gran gol di Tonali, ma si spegne nella ripresa: la Germania ribalta il risultato con due reti su palla inattiva. A pesare sono ancora una volta le disattenzioni difensive e la grande assenza di Dimarco. Ora servirà una vittoria con due gol di scarto a Dortmund per centrare la Final Four di Nations League.
Partenza sprint, poi il blackout
L’Italia di Luciano Spalletti illude contro la Germania, trovando il gol del vantaggio già al 9’ con un’azione in velocità conclusa da Sandro Tonali, il migliore in campo per distacco. L’atteggiamento è quello giusto: pressing alto, linee strette, buone trame in uscita. E non mancano le occasioni per il raddoppio, in particolare con Moise Kean e ancora con Tonali, fermato solo da un super Baumann, eletto non a caso miglior giocatore della partita. Ma nella ripresa, come spesso accade, qualcosa si spegne. La squadra perde ritmo, le distanze si allungano, le idee si confondono. E la Germania ne approfitta con cinismo.
La Nazionale tedesca, ancora alla ricerca di un’identità forte, gioca però con ordine, spirito di squadra e una costanza che l’Italia non riesce a mantenere per 90 minuti. Lo stesso Spalletti lo ammette: ‹‹In alcuni momenti non siamo stati nel ritmo della partita, mentre loro sono stati molto costanti››. Due gol, entrambi di testa, ribaltano il punteggio. Prima Kleindienst, poi Goretzka, che salta praticamente da solo in mezzo all’area azzurra. Un film già visto, che riporta a galla un vecchio difetto.
𝐑𝐈𝐒𝐔𝐋𝐓𝐀𝐓𝐎 𝐅𝐈𝐍𝐀𝐋𝐄
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9′ #Tonali; 49’ Kleindienst; 76′ Goretzka#NationsLeague#Nazionale #Azzurri #VivoAzzurro pic.twitter.com/D1Mjy3e1HY— Nazionale Italiana
(@Azzurri) March 20, 2025
Anche stavolta, i calci piazzati si confermano il punto debole della Nazionale. È qui che si decide la partita. Due gol nati da situazioni in cui gli Azzurri avrebbero potuto — e dovuto — fare meglio. Il ct prova a dribblare l’argomento, ma ne parla comunque con lucidità: ‹‹Lo sanno tutti, lo sappiamo anche noi. Però dobbiamo andare oltre, sennò si entra nella psicosi››. E ancora: ‹‹Loro hanno saputo sfruttare i centimetri che gli concedevamo prima ancora di entrare in campo››.
Assenze, delusioni e conferme
Se c’è un’assenza che si è fatta sentire, è quella di Federico Dimarco. Sulla sinistra, Udogie ha coperto bene ma senza incidere. Troppo timido, troppo poco cercato dai compagni. Il confronto con l’esterno dell’Inter è inevitabile: Dimarco garantisce spinta, cross precisi, gol a sorpresa. L’assetto pensato da Spalletti si regge molto anche sul suo dinamismo. La sua assenza a Dortmund, già certa, costringe il ct a trovare nuove soluzioni. Anche Politano, sull’altro lato, ha faticato a dare ampiezza: ordinato ma poco esplosivo, è mancato nel coprire tutta la fascia. ‹‹A destra e a sinistra siamo stati monchi››, si sussurra in tribuna stampa.
Anche il centrocampo ha mostrato qualche limite. Rovella, scelto per la sua grinta, è sembrato troppo schiacciato sulla difesa. Possibile che Spalletti gli avesse affidato il compito di coprire Calafiori, meno intraprendente del solito. Risultato: uscite palla al piede troppo macchinose, poca fluidità. In mezzo al traffico ogni tanto è spuntato Raspadori, ma troppo basso, troppo lontano dalla zona in cui potrebbe davvero fare la differenza. Il dubbio è legittimo: può davvero giocare lì?
Se c’è una nota positiva, è lui: Sandro Tonali. Dopo mesi difficili e la lunga squalifica, è tornato con fame, qualità e leadership. Contro la Germania ha segnato, costruito, lottato. Ha mostrato di essere un giocatore su cui Spalletti può e deve puntare. ‹‹Dobbiamo sapere che i calci piazzati li abbiamo gestiti male, ma anche sapere che noi siamo forti›› ha detto il centrocampista. ‹‹Dobbiamo lavorare, rimboccarci le maniche, e andare a Dortmund con la convinzione di potercela fare››.

Il ritorno a Dortmund: serve la partita perfetta
Domenica 23 marzo si giocherà il ritorno a Dortmund. L’Italia dovrà vincere con almeno due gol di scarto per accedere direttamente alla Final Four. Con uno, si andrà ai supplementari. Una missione complicata, ma non impossibile. Lo ha detto anche Donnarumma: ‹‹Dispiace per il secondo gol, potevamo evitarlo. Ma la squadra ha fatto una grande prestazione. A Dortmund ce la giocheremo tutti insieme››. E Di Lorenzo ha aggiunto: ‹‹Sono stati più bravi nei dettagli, ma la squadra c’è. Sappiamo cosa ci aspetta e ci andremo per vincere››.
Il verdetto del Meazza è chiaro: l’Italia non è ancora pronta per reggere il confronto per 90 minuti con le grandi d’Europa. Ma la prestazione del primo tempo, il carattere mostrato a tratti, e il talento che comunque c’è, lasciano aperta una porta. A Dortmund servirà la partita perfetta, quella che finora non si è ancora vista. Ma con un po’ di coraggio, più cinismo sotto porta e maggiore attenzione sulle palle inattive, la qualificazione non è fuori portata. A patto di non commettere più gli stessi errori. Come ha detto Spalletti: ‹‹Abbiamo qualità e abbiamo voglia. Adesso serve solo fare il salto››.