Napoli, De Laurentiis a giudizio per falso a bilancio

Aurelio De Laurentiis e l’ad del Napoli Andrea Chiavelli andranno a processo con l’accusa di falso in bilancio. Lo ha deciso il 20 novembre il gup del Tribunale di Roma, Rosamaria De Lellis, su richiesta dei pm Lorenzo Del Giudice e Giorgio Orano. I documenti incriminati fanno riferimento ai bilanci relativi agli anni 2019, 2020 e 2021. In particolare, l’attenzione è rivolta alle operazioni che hanno portato i calciatori Kostas Manolas e Victor Osimhen in Campania.

LE OPERAZIONI CONTESTATE

Il difensore greco è approdato dalla Roma al Napoli nell’estate 2019 per circa 36 milioni di euro, con Amadou Diawara a compiere il percorso opposto come contropartita. Il valore del cartellino di Osimhen, arrivato dal Lille, si aggirava invece intorno ai 70 milioni più 10 di bonus. 

Ma l’aspetto più controverso riguarda i valori delle contropartite inserite dagli azzurri in quest’ultimo affare: si è trattato di tre ragazzi del vivaio e dell’allora 34enne Karnezis, valutati in totale circa 20 milioni di euro. Una cifra reputata fuori mercato, considerato anche come nessuno dei quattro calciatori sia mai sceso in campo per la squadra francese.

I due trasferimenti erano già finiti al centro del cosiddetto “caso plusvalenze”, che aveva scosso il mondo del calcio italiano nel 2022. Erano undici le società coinvolte, tra cui la Juventus di Andrea Agnelli, ma all’epoca il Tribunale e la Corte d’Appello FIGC avevano optato per l’archiviazione del caso. Come un fulmine a ciel sereno, dunque, è arrivata la pronuncia della giustizia ordinaria, che ha contestato a De Laurentiis e Chiavelli l’utilizzo di plusvalenze fittizie ed artifici contabili volti ad alterare i bilanci.

Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis con l’attaccante Victor Osimhen
LE REAZIONI DELL’AMBIENTE NAPOLI

La decisione arriva in un momento già complicato – sul campo – in casa Napoli. «Siamo assolutamente stupiti della decisione del giudice» hanno commentato amareggiati Gaetano Scalise, Fabio Fulgeri e Lorenzo Contrada, avvocati difensori del club. A detta loro, infatti «c’erano tutti i presupposti per prosciogliere gli imputati. […] I pubblici ministeri, hanno evidenziato nella requisitoria che in questa vicenda il Napoli non ha ricevuto nessun vantaggio».

Dura la reazione da parte della società partenopea, che si è espressa tramite un comunicato pubblicato sul proprio sito nella stessa giornata. La società ha espresso «stupore e sconcerto per il provvedimento di rinvio a giudizio deciso dal GUP di Roma».

La posizione del Napoli fa leva sulle consulenze tecniche realizzate in merito, le quali «hanno inequivocabilmente provato la correttezza dell’operato della società, sia rispetto alle iscrizioni in bilancio delle operazioni, sia in merito ai trasferimenti dei calciatori».

Nel comunicato la società si è detta serena e fiduciosa rispetto al processo, il cui inizio è fissato per il 2 dicembre 2026. Infine, non è mancata una stoccata degna del patron azzurro: in chiusura di documento il Napoli precisa infatti che «in relazione a una contestazione perfettamente sovrapponibile derivata dal medesimo fascicolo di indagine, i pubblici ministeri di Milano hanno già richiesto l’archiviazione del procedimento per l’Inter».

A cura di Vito Lotito

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