A volte vincere non basta. Lo sa bene Francesco Bagnaia, che ha visto soffiarsi il titolo per soli dieci punti. Anche a Barcellona Pecco ha dominato, chiudendo davanti a Marc Marquez (+1.445) e a Jorge Martin (+3.506), neocampione del mondo. Al madrileno, infatti, è bastato il gradino più basso del podio per salire a quota 508 punti e diventare il primo pilota di un team indipendente – il Prima Pramac Racing – ad aggiudicarsi il Mondiale.
Al termine della gara, un Martin visibilmente commosso ha voluto dedicare il trionfo anche alla città di Valencia. «È fantastico, non so cosa dire. Sono scioccato. Questo titolo è per la mia gente e la mia famiglia, oltre che per tutti quello che mi hanno supportato. Ho iniziato a piangere negli ultimi giri: è stato un percorso lungo, ho fatto i conti con tanti infortuni, ma ce l’ho fatta. Ci siamo tolti la pressione. Ora godiamoci il momento e speriamo sempre di migliorare. Grazie davvero a tutti».
Non solo Pecco: tutti i piloti beffati del titolo
Dal 2006 ad oggi sono ben quattro i piloti che hanno conquistato più circuiti ma non si sono laureati campioni del mondo. Il primo Valentino Rossi, beffato dall’americano Nicky Hayden, più costante rispetto al pilota Yamaha. Per il n.46 i Gran Premi di Qatar, Italia, Catalogna, Germania e Malesia non bastarono. Complici i ritiri per problemi tecnici, il tamponamento in Spagna e l’infortunio ad Assen Rossi chiuse indietro di cinque punti.
Nel 2012 toccò a Daniel Pedrosa. Sette gare vinte, una in più rispetto a Jorge Lorenzo. Una seconda parte di stagione che permise allo spagnolo di lottare fino al Gp di Australia, quando la caduta chiuse definitivamente la corsa al titolo. Ma chi la fa l’aspetti. L’anno seguente Lorenzo non si riconfermò per quattro lunghezze, complici i due infortuni alla clavicola tra Assen e Sachsenring.
Dopo il covid il Mondiale venne ridisegnato e al team Yamaha Petronas andarono sei successi, quasi la metà rispetto le gare complessive. Ciò nonostante, il titolo andò alla Suzuki, con Joan Mir sul gradino più alto del podio solo una volta in stagione.