Sono stati individuati i quattro ragazzi rei di aver lanciato una molotov contro il centro d’accoglienza Casa Apollaro, luogo predisposto per richiedenti asilo. E’ successo a Davagna, nell’hinterland genovese. I fatti risalgono alla notte tra il 22 e il 23 febbraio ma i responsabili, dei giovani poco meno che ventenni, sono stati individuati solo nelle scorse ore. «Volevamo divertirci e chiudere in bellezza la serata », queste le parole usate da uno dei quattro per giustificare il gesto.
Stando alla ricostruzione dei fatti, i ragazzi si erano ritrovati nella zona di Spianata Castelletto, una sorta di balcone che guarda sul centro storico di Genova. Lì in zona hanno passato una serata alcolica tra una birra e l’altra, ma quando la noia ha preso il sopravvento hanno deciso di salire in macchina e dirigersi verso il centro d’accoglienza di Davagna. Durante il tragitto i quattro hanno confezionato una bottiglia molotov per poi scagliarla sull’edificio una volta giunti davanti all’ingresso. Le telecamere di sorveglianza hanno ripreso la macchina, una Fiat Panda, allontanarsi in velocità subito dopo l’accaduto. Le registrazioni hanno quindi permesso agli inquirenti di risalire ai responsabili.
Al momento sono in corso delle verifiche sui computer e i telefonini dei ragazzi per capire se si sia trattato di un gesto estemporaneo, o se sia loro abitudine progettare e organizzare raid di questo genere. Episodi come questi rievocano inevitabilmente il tema dell’odio razziale. La molotov lanciata quella notte aveva dato vita ad un incendio capace di mettere a rischio la vita di ben 24 richiedenti asilo provenienti da Costa D’avorio, Nigeria e Ghana. Gli uomini e le donne all’interno dell’edificio si erano immediatamente dati alla fuga in preda al panico, fortunatamente nessuno di loro aveva riportato ustioni o ferite. La ricostruzione dei fatti ha fornito delle risposte ai vertici della Ceis Genova, la Onlus che gestisce diverse strutture d’accoglienza nell’area del capoluogo ligure.