«Bloody Money è una delle inchieste più esplosive degli ultimi tempi». È così che lo scrittore Roberto Saviano firma la prefazione di ‘Bloody Money’, il libro sul traffico di rifiuti nato da un’inchiesta realizzata tra il 2017 e il 2018 e condotta dal quotidiano online Fanpage. L’opera, scritta in collaborazione con Paper First- la collana di libri della Società Editoriale Il Fatto- è uscita in libreria il 28 gennaio. La sera del 25 febbraio è stata presentata presso il teatro Elfo Puccini di Milano. A salire sul palco lo scrittore Massimiliano Virgilio, nonché curatore del libro, e il direttore di Fanpage Francesco Piccinini, il direttore del sito web ilfattoquotidiano.it Peter Gomez, l’autore dell’inchiesta Sasha Biazzo e la giornalista, nonché moderatrice dell’evento, Silvia Truzzi.
Il protagonista del libro è Nunzio Perrella, ex capo della Camorra che per anni ha gestito il traffico dei rifiuti in tutta la penisola italiana. Dopo 21 anni trascorsi agli arresti domiciliari decide di collaborare con le istituzioni, infiltrandosi ancora una volta in quegli ambienti contaminati in cui aveva gettato lui stesso i rifiuti tossici. Il libro ne racconta gli scoop, i retroscena più inediti e mette in luce una realtà nascosta.
«Questa inchiesta nasce proprio qui, nel nord Italia», prende la parola il giornalista Biazzo, «Il nord Italia è più contaminato del sud. Siamo andati sei mesi a Ferrara, la città più inquinata d’Italia, e lì abbiamo incontrato più volte Perrella andando in quei luoghi dove lui stesso aveva depositato i rifiuti». «Senza il Perrella di turno, un pentito che ha scontato una pena lunghissima e decide di tornare sulla piazza, non parte il cambiamento dell’economia che la politica attendeva da tanto tempo», ha aggiunto Saviano in riferimento allo smaltimento illegale delle ecoballe.
Secondo quanto dichiarato da Piccinini, dopo l’uscita dell’inchiesta ci sono stati dei giornalisti che hanno chiesto loro chi fosse il mandante, ovvero chi avesse commissionato l’investigazione. Riguardo ciò Peter Gomez non si è risparmiato dall’intervenire, specificando che una tale domanda poteva essere pronunciata solamente da tutti coloro che sono abituati ad avere mandanti. «Trafficare rifiuti o prendere mazzette in Italia è qualcosa di razionale», ha aggiunto Gomez, «Il giornalista deve raccontarlo ma non ha il compito di cambiare il mondo, chi ha questa pretesa può fare il politico, l’attivista, il frate…»