A Milano, a tre giorni dall’inizio della Fase 2, i Navigli tornano ad affollarsi di persone. Ieri (7 maggio) all’ora dell’aperitivo, centinaia di giovani hanno ripopolato il cuore della movida milanese approfittando della riapertura di bar e chioschi che fanno attività d’asporto. Numerosi cittadini non indossavano le mascherine e non rispettavano le misure di distanziamento sociale.
Le immagini hanno scatenato un’immediata polemica sui social e non si è fatta attendere la reazione da parte delle autorità. Il Sindaco di Milano, Beppe Sala, le ha definite “immagine vergognose”, aggiungendo: «non permetterò che quattro scalmanati senza mascherina mettano in discussione tutto ciò che abbiamo fatto».
Fonte: Skytg24
L’ultimatum del Sindaco Sala
«O le cose cambiano oggi, o io domani chiudo i navigli e le attività d’asporto», ha commentato il Sindaco Sala in un video pubblicato questa mattina. Il Primo cittadino di Milano ha lanciato un ultimatum ai cittadini, facendo appello alla loro responsabilità e ribadendo che prenderà provvedimenti: «Non è un guardia e ladri, non è un gioco. Non possiamo permettercelo in una città di un milione e seicento mila abitanti». E se la situazione dovesse continuare anche nei giorni a seguire «lo spiegate voi ai baristi perché il sindaco non gli permette di vendere», ha ribadito con forza Sala.
Un ultimatum
Pubblicato da Beppe Sala su Venerdì 8 maggio 2020
Galli: «Milano è un po’ una bomba»
A commentare le immagini che circolano in rete anche Massimo Galli, primario di Malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, che in un’ intervista a Repubblica ha spiegato: «Milano è un po’ una bomba. Alcuni hanno interpreto l’ingresso nella Fase 2 come un liberi tutti. E’ un segnale di grande pericolosità, perché dovrebbe invece prevalere la cultura della responsabilità per limitare al massimo i danni». Se qualcosa dovesse andare storto, spiega Galli, c’è il rischio di un possibile ritorno alla chiusura totale: «La nostra regione rischia di richiudere ma anche certe zone del Piemonte o dell’Emilia. Speriamo di no, comunque. Questo è il momento dell’estrema attenzione e responsabilità». La Lombardia è, ad oggi, la regione che conta circa la metà dei nuovi contagi.