Milano si conferma tra le città più inquinate della penisola. È quanto emerge dal rapporto MobilitAria2019, messo a punto da Kyoto Club e Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del Consiglio Nazionale delle Ricerche con Optimus Infront.
Lo studio ha esaminato quattordici città metropolitane, tra le quali il capoluogo meneghino si piazzerebbe al secondo posto per il maggior numero di emissioni di Pm10. Secondo i dati, infatti, nel 2018 Milano avrebbe sforato per ben 79 volte i limiti giornalieri rispetto al limite massimo di 35 giorni. Peggio avrebbe fatto solo Torino, con 89 violazioni; a chiudere questo podio negativo è Venezia, che avrebbe registrato 63 “giornate nere”.
Si tratta di un’emergenza diffusa in Italia, tanto che la corte di giustizia dell’Unione Europea aveva predisposto un deferimento nei confronti del nostro Paese, reo di non aver preso misure adeguate per contrastare l’inquinamento dell’aria ed il continuo superamento dei limiti normativi per le emissioni di polveri sottili.
A causare il problema sarebbe il forte incremento di automobili in circolazione: dopo anni di diminuzione, l’indice di motorizzazione avrebbe ripreso a salire nel biennio 2017-2018 tanto nei centri abitati quanto nelle aree metropolitane.
Proprio Torino, che per l’appunto primeggia nella classifica delle emissioni di Pm10, avrebbe riportato l’aumento più netto nel rapporto veicoli-abitanti: la media di 675 mezzi ogni 1000 cittadini significa infatti un aumento del 5% rispetto allo studio pubblicato nell’anno precedente. Nonostante l’aumento degli utenti dei mezzi pubblici e della pratica dello sharing, quindi, l’auto privata sarebbe ancora la prima opzione per la maggior parte dei cittadini.
Un buon segnale in questa direzione arriva però da Milano. Nonostante il secondo posto nella sopracitata classifica, il capoluogo lombardo è primo nel ranking relativo al “movimento green” e alla sostenibilità, che non a caso è stata tra i temi principali del Fuorisalone 2019. La media italiana degli spostamenti a basso impatto ambientale si attesta infatti su un tasso inferiore al 40%, mentre nell’area metropolitana di Milano segnerebbe numeri vicini al 50%.