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Milano dedica una targa al dissidente russo Navalny

Una domenica come tante, quella del 16 marzo. Se non fosse che da Corso Como appare Daria Navalnaya, la figlia di Aleksei Navalny, il dissidente russo ucciso in carcere il 16 febbraio 2024. Daria è a Milano perché è a suo padre che il capoluogo lombardo ha deciso di destinare una targa commemorativa. Commozione e gioia nel giardino dedicato ad Anna Politkovskaja, la giornalista russa assassinata nel 2006, dove si è scelto di consacrare uno spazio a Navalny. Il Comune di Milano è stato rappresentato alla cerimonia dalla sua presidente Elena Buscemi. Così, la targa richiesta dalla giunta del sindaco Giuseppe Sala e da tutto il Consiglio è stata posata ufficialmente.

La cerimonia

È stato il consigliere comunale Gianmaria Radice a lanciare la proposta di una targa a Navalny. Radice ha trovato l’appoggio di tutti, dai cittadini milanesi all’opposizione comunale. Sembra che la morte di Navalny sia stata una di quelle circostanze che uniscono, invece di dividere, politici e opinione pubblica. Quindi, da domenica 16 marzo ai giardini ad Anna Politkovskaja alla fine di Corso Como, è possibile leggere «Nel caso mi uccidano non arrendetevi» su un’elegante lastra di marmo.

Una citazione dello stesso Navalny, che ha fatto sorridere la figlia Daria. Una ragazza che potrebbe tranquillamente sembrare una delle tante turiste che si incontrano nella zona milanese la domenica. Se non fosse che Daria stringe in mano un mazzo di rose rosse, segno distintivo delle manifestazioni che hanno incendiato le piazze europee subito dopo il decesso del dissidente Navalny. Il messaggio politico che Daria ha cercato di evitare, nonostante le domande dei cronisti poste in inglese, non è stato velato dal simbolo delle rose rosse che, forse, vale più di qualsiasi altra dichiarazione.

Le dichiarazioni

«Sono qui per Navalny». Così, Daria, che non vuole che l’attenzione sia spostata su Vladimir Putin o su Donald Trump. Lo dice mentre abbraccia i dissidenti russi scappati dal Cremlino e che ormai da anni vivono a Milano. Tra loro ci sono abbracci di solidarietà e sguardi sinceri. Strette di mano che significano che non ci si piegherà al regime putiniano.

Ma prima di andarsene, subito dopo l’intervento di Buscemi, Daria una dichiarazione la lascia. «La Russia sarà libera», dice la ragazza ormai commossa da tanto affetto e anche un po’ sorpresa dall’interessamento dimostrato dai cittadini meneghini.

Francesca Neri

Laurea triennale in Storia Contemporanea all'Università di Bologna. Laurea Magistrale in Scienze Storiche e Orientalistiche all'Università di Bologna, con Master di I Livello in African Studies all'Università Dalarna.

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