Nuovo attacco a Milano a colpi di vernice fucsia. Nella notte tra il 16 e il 17 maggio, il collettivo femminista Non una di meno è arrivato nella zona di Porta Venezia, lungo il percorso su cui si snoderà il corteo della Lega sabato 18 maggio. La manifestazione raggiungerà piazza Duomo dove si terrà il comizio del leader del Carroccio Matteo Salvini con Marine Le Pen e gli esponenti di punta dei partiti sovranisti europei.
Una kermesse che ha già provocato, nei giorni scorsi, una grande mobilitazione di associazioni e cittadini milanesi schierati contro le politiche del ministro dell’Interno. Le proteste si erano sviluppate con striscioni anti Salvini, con la «caccia al tesoro» dei 49 milioni, con gli hashtag #SalviniTogliAncheQuesti e #dovesonoi49, fino al contro evento Gran Gala del Futuro, organizzato da Non una di meno come forma di dissenso nei confronti nel corteo del leader leghista.
Il collettivo Non una di meno ha dichiarato l’attacco su Facebook pubblicando le foto del «Pink Attack»: «l’8 maggio era toccato alla statua di Indro Montanelli, questa notte ad altri razzisti e misogini». «Porta Venezia è un quartiere dove abitano e lavorano moltissime persone provenienti dall’Eritrea e dall’Etiopia: ci vuole memoria, per costruire un futuro di diritti per tutte e tutti. Quante donne vengono stuprate e sfruttate nei lager libici? Quante nel tentativo di raggiungere l’Europa? Quante nei campi di pomodori dai caporali? Quante sulle strade lümbard? Il decreto sicurezza di Salvini è solo la ciliegina sulla torta di una retorica di odio, che colpisce le persone immigrate, ma anche le persone Lgbtqia+ e chiunque esprima dissenso» continua il messaggio. Inoltre, il percorso scelto dal corteo dei sovranisti è il medesimo che storicamente venne compiuto a Milano in occasione della Liberazione del 25 Aprile. «Una sfilata per quelle vie, mentre insegnanti vengono punite e sospese per la libertà di espressione dei loro studenti e striscioni sarcastici vengono strappati da abitazioni private. Si tratta di una provocazione che ci ricorda che è sempre tempo per essere partigiane, è sempre tempo per essere partigiani» conclude il collettivo Non una di meno.