Milano, affitti brevi: l’assessore all’urbanistica annuncia una stretta

«Studiare formule per distinguere tra chi affitta una stanza di casa sua e chi un immobile a reddito». È la ricetta escogitata dall’Assessorato all’urbanistica del Comune di Milano, diretto da Pierfrancesco Maran, che ha annunciato per il 18 febbraio una conferenza stampa in merito

«Ci possiamo ancora permettere Airbnb?», si è chiesto l’assessore in un post su Facebook. La domanda dell’esponente della Giunta Sala sottende l’ipotesi che il fenomeno degli alloggi di breve durata sia in qualche misura responsabile della scarsità di appartamenti disponibili sul mercato, con conseguente caro affitti.

 

LE MISURE IN CANTIERE

Per Maran, «in un sistema italiano e milanese dove la casa è sostanzialmente sempre stata di proprietà, il numero di persone che cerca case in affitto è nettamente superiore alle case disponibili, facendo schizzare in alto i prezzi». E se nelle stime dell’assessore gli abitanti a Milano crescono di 15mila unità ogni anno da oramai 10 anni, il Comune deve intervenire.

«Stiamo mettendo in campo tutte le leve a disposizione – aggiunge -, compreso il nuovo bando per la realizzazione di 1600 alloggi a prezzi convenzionati e l’aumento in corso di studentati sia convenzionati che a libero mercato. Ma le azioni non sono mai sufficienti, a Milano come nelle altre città europee in crescita che vivono lo stesso problema».

 

L’OBIETTIVO DELL’AMMINISTRAZIONE

Il tentativo dell’Assessorato è di rovesciare il trend del mercato immobiliare, dirottando i 10mila alloggi a breve termine per turisti verso il fitto a lunga scadenza per studenti e lavoratori. «Si scontrano il diritto alla proprietà – scrive Maran -, e quindi il massimo vantaggio per il proprietario che ha investito, e quello alla casa a prezzi ragionevoli». «Se fino a poco tempo fa il fenomeno aveva numeri gestibili – ha concluso – oggi in tutta Europa e anche a Milano dovremo studiare delle formule per riportare queste case verso i lavoratori anziché la rendita immobiliare».

Non è la prima volta che il Comune di Milano tenta una regolamentazione con le nuove piattaforme pensate per far incontrare domanda e offerta di alloggi di breve durata. Lo scorso marzo è stato siglato un accordo con Airbnb per regolare le modalità di riscossione dell’imposta di soggiorno. A novembre, invece, è stata inaugurata la piattaforma “SoggiorniAmo”, pensata per facilitare il lavoro di comunicazione tra Amministrazione e gestori di strutture ricettive.

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