Quattro poliziotti penitenziari sono rimasti feriti nel carcere milanese di Opera, mercoledì 5 febbraio, mentre cercavano di riportare l’ordine in una delle celle, dove due detenuti si erano barricati.
A ricostruire la vicenda sono Donato Capece e Alfonso Greco, rispettivamente segretario generale e segretario regionale della Lombardia del Sappe, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. Hanno spiegato che gli agenti sono intervenuti e sono stati aggrediti e trasportati al Pronto soccorso. Uno dei quattro è stato dimesso con una prognosi di 28 giorni per la frattura di una mano.
In un comunicato stampa, il sindacato dichiara che «è sempre più difficile lavorare nei penitenziari lombardi senza mezzi con cui contrastare questi eventi e a rimetterci è sempre il personale di polizia penitenziaria». Ciò che è accaduto a Opera ha riportato alla ribalta la questione sulle condizioni di sicurezza nelle carceri e il Sappe ora chiede l’intervento della politica per rimediare alle difficoltà della struttura detentiva e alle problematiche condizioni operative del personale della polizia penitenziaria.
Infine il sindacato mette in discussione il sistema di vigilanza, ritenuto troppo dinamico e “aperto” nei confronti dei detenuti, che fa venire meno i controlli della polizia penitenziaria: «Rinnoviamo la richiesta di un incontro con il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, per affrontare eventuali interventi.
Anche Riccardo De Corato, assessore regionale alla Sicurezza, immigrazione e polizia locale, ha espresso solidarietà ai quattro agenti feriti. «Da anni ormai il Sappe denuncia carenza di organico. Speriamo che adesso, dopo l’ennesimo episodio violento, il ministro Bonafede incontri la penitenziaria. Come denuncio da anni sono numerose le commissioni impegnate a tutelare i diritti dei detenuti, nessuna che tuteli i diritti del personale. Uno Stato che si rispetti deve salvaguardare prima i propri servitori».