Met Gala 2024 il dress code è The Garden of Time

Met Gala: Jennifer Lopez, Chris Hemsworth, Zendaya, Bad Bunny

Come ogni anno torna uno degli eventi più importanti del fashion system. Un evento che si posiziona sempre ogni primo lunedì di maggio e che quest’anno cadrà il 6.

Come sempre dal 1995, Anna Wintour, caporedattrice di Vogue, accoglierà al Metropolitan Museum di New York gli esclusivi ospiti da lei selezionati. A presidiare l’evento insieme a lei, Bad Bunny, Chris Hemsworth, Jennifer Lopez e Zendaya.

L’evento nasce nel 1948 come party charity per raccogliere fondi per il Costume Institute e diventa estremamente esclusivo nel 1995 con Anna Wintour. Quell’anno l’evento raggiunge un boom tale da rendere sold-out i biglietti ancora prima che vengano stampati. Da lì, la direttrice di Vogue America si arroga il diritto di avere sempre l’ultima parola sulla lista di partecipanti definitiva. Arrivando ad escludere anche nomi noti come Trump o le Kardashian nel 2023.

In generale tra gli invitati troviamo celebrità, attori, modelle, stilisti, politici, giornalisti che dovranno donare cifre esorbitanti al museo per poter presenziare alla cena. Il vero momento esclusivo è infatti quello della cena, dove sono vietati cellulari e telecamere che invece pullulano durante il red carpet. Quest’ultimo è infatti ormai diventato il momento di più atteso dell’evento per decretare l’abito che centra meglio il tema dell’anno.

Il tema e la mostra

Arriviamo così all’aspetto più atteso: la scelta del tema 2024. Come sempre, il tema del Gala si ispira alla nuova mostra del Costume Institute. Quest’anno il MET ci porta in un locus amoenus per presentare la mostra Sleeping Beauties: Reawakening of Fashion. Sulla sua scia, il tema del Gala sarà The Garden of Time, ispirato all’omonimo racconto breve di J.G. Ballard.

Il nome della mostra ricorda un film della Disney e ci porta a immaginare boschi, fiori e uccellini che cantano. In realtà non possiamo nemmeno pensare agli abiti che fanno parte di questa mostra esposti all’aperto. Queste Sleeping Beauty sono infatti definite dormienti perché talmente fragili e preziose da poter essere mostrate solo all’interno di teche di vetro negli archivi del Costume Institute.

Alcuni dei pezzi esposti sono già stati resi noti. Tra questi un cappotto da sera del 1889 firmato Charles Frederick Worth. Un cappotto nero, lungo fino ai piedi, in tessuto jacquard con ricamati tulipani pappagallo che conferiscono quella che il Met definisce “qualità dinamica aggressiva”. Oltre a questo pezzo unico, troviamo un corpetto inglese di epoca elisabettiana che rende evidente il concetto di fragilità e decadimento incarnando la bellezza del mondo naturale. Ma anche pezzi più moderni che si centrano sui temi di terra, mare e cielo.

Il richiamo letterario

The Garden of Time è un racconto breve scritto nel 1962 da Ballard. La storia ha come protagonista il conte Axel e sua moglie, in uno scenario di arte, bellezza e svago. È centrale il giardino di fiori con foglie e steli che sembrano di cristallo, su cui si affaccia la terrazza della villa dove vive la coppia. Ma nella storia c’è un elemento distopico.

Del resto il termine “ballardiano” richiama una modernità distopica caratterizzata da «paesaggi artificiali e gli effetti psicologici degli sviluppi tecnologici, sociali o ambientali». Nel giardino ci sono dei fiori in grado di invertire il tempo, che Axel usa fino ad esaurirli per evitare che una folla caotica invada la villa. Sorte che però non riesce ad evitare. Alla fine, infatti, la villa non è più il luogo da favola dell’inizio. Bensì una proprietà abbandonata, con un giardino trascurato al centro del quale si erge la statua della coppia, ora avvolta da piante spinose. I temi centrali sono quindi i fiori e il tempo, sintetizzati in un’idea di bellezza effimera caratterizzata anche dalle opere della Sleeping Beauty. Insieme a questi, anche la musica: infatti, mentre il velo di distruzione si abbatte sulla villa, la contessa suona Mozart e Bach al clavicembalo.

Il dress code potrà quindi essere interpretato sia ispirandosi agli abiti della mostra, sia basandosi su questi temi. A tal proposito, sembra che alcuni modelli siano già entrati nel mirino dei papabili partecipanti. Molti capi della collezione primavera 2014 di Dries Van Notes presentavano ricami di tulipani pappagallo. Adatta anche la collezione del 2015 di Chanel, firmata Karl Lagerfeld – stilista che è stato il tema del Gala 2023 – che vede protagonisti i fiori.

In perfetto accordo con i temi troviamo anche abiti dell’haute couture recentemente presentate. Dalla sfilata di Jean Paul Gaultier con le rose d’argento, alle paillette floreali di Giambattista Valli.

Abiti delle collezioni di Jean Paul Gaultier e Giambattista Valli
Abiti delle collezioni di Jean Paul Gaultier e Giambattista Valli

Per quanto riguarda la mostra, ne faranno parte anche abiti floreali della collezione 2023 di Loewe e l’abito Venus del 1949 di Dior. Non solo fiori però, ne è un esempio il miniabito di Sarah Burton per Alexander McQueen con le ali di una farfalla monarca.

 

Elena Betti

Classe 2001, Laureata in Discipline dello Spettacolo e della Comunicazione all'Università di Pisa

No Comments Yet

Leave a Reply