Con 250 voti a favore, 163 contrari e 14 astenuti, la Camera dei Deputati messicana ha approvato un progetto federale che liberalizza la marijuana, regolamentandone la produzione e la vendita. La palla ora passerà al Senato, dove la coalizione di governo possiede numeri sufficienti a ratificare la decisione già presa alla Camera.
La nuova legge, appena entrerà in vigore, depenalizzerà il possesso di cannabis fino a 28 grammi e ne autorizzerà la produzione per uso personale o a beneficio delle associazioni dei fumatori. Il consumo di marijuana resterà comunque vietato ai minori di diciotto anni nonché nei pressi di istituti scolastici, pubblici o privati, e sui luoghi di lavoro. Rimarrà inoltre proibita la vendita tramite macchinette automatiche, per corrispondenza, telefono, internet e qualsiasi altro mezzo.
Il tweet della Camera dei Deputati messicana:
Con 250 votos en pro, 163 en contra y 14 abstenciones, se aprueba, en lo particular, dictamen por el que se expide la Ley Federal para la Regulación del #Cannabis, y se reforman y adicionan diversas disposiciones de la Ley Gral de Salud y del CPF. Se devuelve al @senadomexicano pic.twitter.com/psi9KyTU8X
— H. Cámara de Diputados (@Mx_Diputados) March 11, 2021
Il dibattito politico
Il progetto federale sulla liberalizzazione della cannabis è stato fortemente osteggiato dall’opposizione messicana. Per la minoranza di centrodestra, infatti, la nuova legge incrementerà il consumo di marijuana; il cui uso legale, in ogni caso, dovrebbe essere limitato ai maggiori di 21 anni.
Non si è fatta attendere la replica del Movimento per la rigenerazione nazionale (Morena), il principale partito di governo messicano. Il partito di maggioranza ha subito precisato che «revocare il divieto non significa incoraggiare il consumo»: l’uso ricreativo della marijuana, in realtà, risolve un problema di salute pubblica. Morena ha anche sottolineato che, legalizzando e regolamentando l’intera catena di produzione, distribuzione e vendita della cannabis, si infligge un duro colpo al traffico illegale di droga e alla criminalità organizzata.
Legalizzando la marijuana, del resto, il governo messicano crede di incassare nuove imposte e di svuotare le prigioni dai piccoli spacciatori e dai consumetori; ma soprattutto spera di sottrarre il mercato illegale della cannabis ai cartelli del narcotraffico. Quello della marijuana, d’altronde, è un commercio in continua espansione. Lo rivela New Frontier Data, leader globale nelle ricerche sull’industria della cannabis, che nel 2019 ha quantificato il valore globale del mercato legale e illegale di cannabis in 344 miliardi di dollari.
I danni per i piccoli agricoltori
La produzione ai fini della vendita della marijuana messicana sarà appannaggio esclusivo delle grandi aziende. La legge messicana, infatti, imporrà una serie di prescrizioni che renderanno la coltivazione quasi impossibile per i piccoli agricoltori: ogni pianta dovrà essere controllata e certificata dalla semina fino alla vendita. Serviranno inoltre test e controlli di qualità. Misure, queste, che hanno un prezzo.
Gli elevati costi di produzione, quindi, impediranno ai piccoli coltivatori di marijuana di ottenere la licenza per la vendita; che resterà in mano alle grandi aziende, le uniche a potersi permettere le certificazioni. Ciò rappresenta un serio problema in un paese, come il Messico, in cui si stima che circa 200 mila famiglie di piccoli agricoltori si occupino di coltivazione illegale di marijuana. La legalizzazione, pertanto, impedirà a tali famiglie di regolarizzare la propria attività, sottraendo loro l’unica fonte di sostentamento.
Rischi per la salute
Nonostante si accresca lo stuolo di paesi che hanno reso legale il commercio e la produzione della cannabis, quello della liberalizzazione rimane comunque un tema molto dibattuto. Non vanno infatti trascurati i rischi per la salute legati all’uso di marijuana. A evidenziarli è Leonor García, psicologa del Dipartimento di ricerca sul fumo presso l’Istituto nazionale delle malattie respiratorie. La cannabis, spiega García, è associata al rischio di incidenti stradali e allo sviluppo della schizofrenia. Causa inoltre danni ai polmoni e provoca dipendenza. Tutto ciò, conclude la psicologa, «ha effetti psicologici e comportamentali sulle prestazioni personali e professionali dei consumatori».