L’immigrazione è stato il tema centrale del viaggio a Varsavia di mercoledì 5 luglio di Giorgia Meloni in occasione dei tre giorni di studio del partito dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR). Arrivata poco prima delle 11, ha incontrato il suo omologo polacco Mateusz Morawiecki. Il bilaterale è durato circa un’ora.
Nelle dichiarazioni a margine, le divergenze sul piano migranti della fine del Consiglio europeo sembrano un evento insignificante. «Non c’è divisione perché lavoriamo su come firmare la migrazione illegale non su come gestirla – ha affermato Meloni – Con l’Africa va fatto un lavoro completamente diverso: di cooperazione non predatoria, di sostegno a quelle nazioni che molto spesso sono vittime della tratta degli esseri umani». Da parte sua, il premier polacco ha annunciato la linea che ha deciso di seguire: «Organizzeremo un referendum perché i polacchi possano dire il loro parere sull’immigrazione irregolare, su chi è il padrone: se l’Unione europea o un paese sovrano». Decisione che Meloni ha detto di rispettare.
La premier ha ribadito poi l’unità di Italia e Polonia anche rispetto al conflitto ucraino: «Le nostre posizioni sono sostanzialmente identiche. Siamo al fianco della difesa della libertà di un popolo che sta stupendo il mondo». Infine, ha toccato la questione del nuovo patto di stabilità: «Ognuno ha i propri interessi ma possiamo lavorare per superare la classica dicotomia tra falchi e colombe, tra virtuosi e non virtuosi. Il punto è capire la differenza tra spesa buona e cattiva, l’importanza degli investimenti strategici». Nell’idea di Meloni questi non dovrebbero essere considerati nel calcolo degli indicatori economici contenuti nelle regole economiche europee.
IL SECONDO APPUNTAMENTO DI GIORNATA
Successivamente, i due primi ministri hanno partecipato alla conferenza “Il futuro dell’Unione europea”. «Ci sono degli appuntamenti fondamentali – ha ricordato la premier italiana – le elezioni qui in Polonia e, ancora prima, quelle in Spagna. Là sarà una sfida affascinante per i nostri amici di Vox». A queste si aggiungono nel 2024 le votazioni per rinnovare il Parlamento dell’Ue. Rispondendo indirettamente alle voci che vorrebbero un’alleanza di tutti i conservatori, Meloni prima non si è sbilanciata: «L’unico obiettivo a cui dobbiamo guardare è rafforzare la nostra famiglia, con la forza e la serietà delle nostre idee. Dobbiamo essere aperti, collaborare e avvicinare tutti i partiti simili ai nostri». Poi ha lanciato una frecciatina allo schieramento avverso: «Mentre il campo della sinistra è il campo dell’utopia il campo del reale è il campo dei conservatori».
LE REAZIONI DALL’ITALIA
Dal Meeting Antirazzista dell’Arci Toscana a Cecina (Livorno), la segretaria del Partito democratico Elly Schlein ha criticato Meloni. Quest’ultima, sul tema immigrazione, «invece di battersi per superare Dublino e assicurare condivisione sull’accoglienza dice che hanno ragione loro. Così l’Italia viene lasciata sola».
Francesco Silvestri, capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera, ha attaccato la leader di Fratelli d’Italia per le sue parole sulla posizione italiana nel conflitto in Ucraina. «Ci è ormai chiaro che la parola pace è definitivamente scomparsa dal vocabolario di questo esecutivo. Grazie al governo Meloni il nostro Paese rischia di essere trascinato sempre di più all’interno dei un conflitto mondiale».