I maturandi hanno incrociato le braccia in segno di protesta e per la prima volta c’è stata uno sciopero studentesco senza autogestione o sit-in fuori dalla scuola. #ioscioperodacasa è l’hashtag che si fa portavoce del malcontento degli studenti, che oggi hanno deciso di non presentarsi nelle loro classi virtuali.
La manifestazione nasce per contestare la gestione dell’esame di Stato 2020 che è stata definita «confusionaria» e alla preparazione a loro data tramite la didattica a distanza, definita «inadeguata».
Nello specifico la protesta è indirizzata alla ministra dell’istruzione Lucia Azzolina. Qualche giorno una petizione con 50mila firme di studenti era stata indirizzata al premier Giuseppe Conte e alla ministra. Con questa i maturandi chiedono una radicale modifica della prova che dovrebbe sostituire l’esame di maturità in questo periodo di emergenza.
Le preoccupazioni degli studenti
Secondo le nuove direttive il test finale sarebbe costituito da un colloquio con data 17 giugno.
Ai maturandi sarà richiesto di partire da un argomento che li ha colpiti «e toccato in questo periodo difficile per poi» collegarsi «alle altre discipline».
Ma sono tante le preoccupazioni degli studenti tra cui:
- La difficoltà a presentarsi con una preparazione adeguata al colloquio per via dei due mesi di didattica a distanza che non tutti sono riusciti a seguire;
- una articolazione dell’esame stesso che i ragazzi definiscono “confusa e fraintendibile”;
- la mancanza di documenti ufficiali su cui basare la preparazione degli esami;
- lo scarso preavviso concesso agli studenti per preparare la prima parte del colloquio, su un ipotetico argomento che deve essere assegnato ai ragazzi entro il primo giugno.
Presidi e insegnanti sono disorientati
Quello che preoccupa quindi è la poca chiarezza su come si procederà, preoccupazione che aumenta più si avvicina la fine dell’anno scolastico.
Ad essere disorientati non sono solo gli alunni, ma anche insegnanti e dirigenti che non sanno come procedere. Entro il primo giugno dovrebbero assegnare un argomento ai maturandi che gli stessi dovrebbero formalizzare e riconsegnare entro il 13 giugno.
Ma tutti si chiedono ci sono ancora tante cose non chiarite, come ad esempio la questione dell’argomento. Deve essere diverso per ogni studente o potrà anche essere uguale per tutta la classe? A tal proposito, il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, non nasconde la «preoccupazione» da parte di tutti i suoi colleghi per i tempi che si stanno allungando oltre misura.
«Supporto psicologico agli studenti»
La ministra Azzolina intanto comunica in Commissione Cultura della Camera che «per far fronte all’emergenza sanitaria sono stati attivati appositi interventi di assistenza». Tra questi ci saranno operazioni di «supporto psicologico, rivolte a studenti, docenti e famiglie, per superare le difficoltà intervenute con l’insorgere dell’emergenza».
«Sugli esami scolastici, a 35 giorni dall’inizio della prova, ci sono state tante anticipazione ma ancora nessuna ordinanza pubblicata e quindi nessuna certezza». «480mila ragazzi che devono sostenere la maturità sono decisamente e giustamente preoccupati». Lo dichiarano Gabriele Toccafonti e Michele Anzaldi, componenti di Italia Viva in Commissione Cultura alla Camera. «Occorrono certezze e occorrono adesso».