«Non è possibile distrarsi, e non sono consentiti errori. È in atto un’operazione diretta contro il campo occidentale, che vorrebbe allontanare le democrazie dai propri valori». Sergio Mattarella si esprime con queste parole alle ambasciatrici e agli ambasciatori riuniti alla Farnesina. Mette in guardia sul costante attacco rivolto all’Unione Europea attraverso disinformazione e flussi manipolativi.
Il Presidente della Repubblica si riferisce a tutti e a nessuno in particolare, ma dietro le sue parole si staglia l’ombra del Cremlino, che usa «la forza per ridefinire i confini in Europa». Altrettanto velato ma non troppo è il riferimento all’altra sponda dell’Atlantico e ad un sempre più evidente egoismo della superpotenza americana che si basa «su uno schema a somma zero: se qualcuno ci guadagna significa che qualcun altro ci perde».

Il Gala dei Giovani Repubblicani
Proprio su quell’altra sponda dell’Atlantico, qualche ora prima che il Capo dello Stato pronunciasse questo discorso, in una New York City sotto la neve si teneva il gala del club dei Giovani Repubblicani. Una sorta di Atreju americano, ma svolto in un sontuoso spazio eventi del Financial Distric, Cipriani Wall Street, dove agli invitati in smoking e vestito lungo venivano serviti tagliolini ai funghi e costolette mentre un’orchestra suonava la musica del Padrino. Fra gli invitati un nome ha attirato molta attenzione: Markus Frohnmaier, politico tedesco di estrema destra affiliato all’ala dura di AfD, il partito guidato da Alice Weidel. Con lui anche altri esponenti del partito. Sono anni che i rappresentanti dell’AfD partecipano al Gala e gli stessi Giovani Repubblicani sono stati più volte ospiti in Germania alla sede del partito.
Il fantasma evidente dell’antisemitismo
Ciò che colpisce è la presenza di Frohnmaier e i suoi in un momento caratterizzato dalla paura di un ritorno dell’antisemitismo. Solo due mesi fa un altro gruppo di giovani repubblicani a livello statale è stato sciolto a causa di una chat in cui si inneggiava a Adolf Hitler. Durante la serata al Cipriani alcuni politici del partito democratico hanno protestato fuori dal luogo del Gala. Uno dei manifestati si è intrufolato all’evento con al braccio una fascia con la svastica gridando: «Credo che siamo tutti nazisti!». È stato presto buttato fuori e accusato di essere un «comunista sostenitore di Mamdani», ma un giovane invitato al gala è stato ripreso in video mentre accetta la fascia con il simbolo nazista dal manifestante.

Tra Repubblicani e AfD
Intanto all’interno dello spazio eventi di Wall Street Fronhnmaier è stato osannato. L’amministrazione repubblicana trumpiana ha più volte dimostrato una vicinanza con governi e partiti di estrema destra. Riecheggiano le parole di Mattarella a mettere in guardia sugli «estremismi che rendono talvolta difficili le pacifiche convivenze negli stessi Stati e fra gli Stati». Gli attacchi esterni alle democrazie europee cercano sponde in casa nostra. L’AfD, per esempio, è in ascesa da anni e alcuni sondaggi lo collocano come primo partito in cinque elezioni statali del 2026. L’amministrazione Trump prende nota e la Strategia per la Sicurezza Nazionale pubblicata dalla Casa Bianca lo dimostra.
La Strategia per la Sicurezza Nazionale
Petr Bystron infatti, Europarlamentare dell’AfD presente al Gala di New York, accoglie il contenuto del Ssn: «La nuova strategia di sicurezza ripete quello che noi diciamo da dieci anni come AfD. Quando lo dicevi pubblicamente perdevi il lavoro e venivi cancellato e definito estremista. Adesso viene dalla superpotenza mondiale statunitense». Il documento contiene passaggi molto duri sul Vecchio Continente «in declino», additando come causa soprattutto le politiche migratorie. Include la necessità di trovare un accordo che fermi la guerra in Ucraina, ma esso sarebbe anche per «ristabilire una stabilità strategica con la Russia». Nei confronti di Mosca infatti nessuna critica. Critiche invece ai cosiddetti tentativi di limitare l’influenza dei pareri di destra in Europa. Dietro questi giudizi si intravede il progetto americano di ridisegnare le alleanze mondiali. Puntando su determinati attori politici che spingano l’Ue verso nuove strade e tramite alleanze con le nuove superpotenze, Russia e Cina.
Il multilateralismo contro la Dottrina Monroe
Questi piani vengono definiti parte di un “Corollario Trump” della Dottrina Monroe, a cui Sergio Mattarella fa un richiamo diretto durante il suo discorso, ricordando come essa sia di «esattamente due secoli fa». Di fronte a questa aggressione all’Europa, che l’America vuole lasciare indietro, il Presidente sottolinea la rinnovata importanza dell’Ue, del multilateralismo e della diplomazia che «sempre più in quest’epoca connette Stati e comunità» e che deve «promuovere la convivenza tra i popoli e la giustizia internazionale».
