Manifestazioni studentesche: «Basta giocare sulla nostra pelle»

Gli studenti sono tornati in piazza. Con la voglia di far sentire ancora una volta la loro voce. Da Torino a Roma, questa mattina erano infatti numerose le manifestazioni in programma. «Non ci fermeremo qui» il grido di protesta.

I motivi della protesta

«Se non cambierà, lotta dura sarà». Il riferimento è alla decisione del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi di reintrodurre le due prove scritte per l’esame di maturità. I ragazzi e le ragazze chiedono di essere ascoltati. «Non è possibile questa modalità dopo due anni di pandemia. Queste direttive, arrivate solo ora dopo mesi di incertezza, sono l’ennesima dimostrazione di un Ministero che non prende in considerazione la grave situazione psicologica che gli studenti stanno vivendo». La scuola non è ancora tornata ad una situazione di normalità. Ecco perché la scelta di tornare al vecchio esame appare ingiusta agli occhi dei manifestanti. Che denunciano una scarsa considerazione di istituzione e rappresentanti politici.
Oltre all’esame di Stato, tra i motivi della protesta c’è anche il sistema dell’alternanza scuola-lavoro. Sulla scia delle mobilitazioni degli scorsi giorni, i liceali hanno espresso nuovamente la loro contrarietà ad un sistema «basato sul profitto».

Gli studenti in corteo contro l’alternanza scuola-lavoro
Gli episodi della settimana scorsa

Già venerdì scorso diversi collettivi studenteschi erano scesi in piazza. Alla base della protesta la morte di Lorenzo Parelli, il 18enne che ha perso la vita durante lo stage in una fabbrica di Udine. «Di scuola-lavoro non si può morire» lo slogan più utilizzato. Ad accendere le polemiche erano stati gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, intervenute in tenuta antisommossa per bloccare la marcia degli studenti. «Quello che è successo è gravissimo; ci hanno proibito di protestare legittimamente per l’omicidio di un nostro coetaneo». Durante le cariche erano infatti rimasti feriti alcuni ragazzi, dando vita a numerose critiche circa la gestione delle manifestazioni. Lo stesso Mattarella ha ieri sottolineato la necessità di «ascoltare la voce degli studenti preoccupati per il loro domani».

La situazione rimane tesa. «Non faremo un passo indietro» il coro degli studenti, in attesa di un cambiamento che tenga conto delle loro esigenze.

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