Il maltempo non dà pace. L’Italia si sveglia e ancora si lecca le ferite. È la Liguria la regione più colpita, con il crollo di un tratto del viadotto «Madonna del Monte» dell’ A6 Torino – Savona dove non ci sono stati miracolosamente né vittime né feriti. Una frana si è distaccata dalla collina adiacente la strada a causa del maltempo e ha travolto la carreggiata per un tratto di 30 metri. Si è sfiorato un nuovo Morandi, anche se in questo caso il disastro è stato causato dal maltempo e non dalla mancata manutenzione.
Un nuovo episodio che mina ulteriormente le certezze di una regione già profondamente scioccata dalla tragedia Morandi e dal recente scandalo dei report falsi di alcuni manager di Autostrade, emerso in questi giorni dopo le indagini della guardia di finanza in collaborazione con la procura di Genova.
Come ha sottolineato anche il procuratore capo, Francesco Cozzi «il problema non sta nell’ intervenire dove c’è criticità, ma nel segnalarle». Sono ben 1918 i ponti e i viadotti che necessiterebbero di manutenzione e che sono stati «oscurati» per risparmiare soldi e preservare la propria immagine. Ma chi ci rimette? Gli automobilisti ignari che percorrono abitualmente quei tratti non sapendo della pericolosità e dei rischi che corrono.
Ma non è solo la Liguria a dover fare i conti con l’allarme maltempo: sono infatti 8 le regioni in allerta, di cui 7 arancioni e 1 rossa. Preoccupa in particolare il livello d’acqua, con corsi che si ingrossano ed esondano giorno dopo giorno. Nell’ Alessandrino, Rosanna Parodi, 52 anni, ha perso la vita per l’esondazione del fiume Bormida: mentre si recava alla casa di riposo dove lavorava, la donna è stata sorpresa e travolta nella sua auto dalla potenza dell’acqua non riuscendosi a salvare. È andata meglio invece ad una donna in Toscana, in provincia di Lucca, trascinata nella sua auto dal fiume Serchio: in questo caso i Vigili del fuoco sono riusciti a salvarla.
Anche in Emilia Romagna la situazione è sempre più critica: la protezione civile ha esteso l’allerta rossa per molte zone a causa del livello raggiunto dal Po nelle scorse ore. Il fiume ha prima terrorizzato il Piemonte (520 gli sfollati) destando preoccupazione ma non arrecando danni significativi. Danni che invece sono attesi nel tratto finale del Po, dove il bacino d’acqua potrebbe raggiungere livelli allarmanti con tutte le autorità locali allertate e già al lavoro per prevenire.