USA, malesseri nel partito Repubblicano: Vance costretto a lasciare la stazione sciistica

Non tira buona aria in America. Dopo i colloqui con Zelensky si è aperta una frattura nel Partito Repubblicano. Tanto che, il vicepresidente J. D. Vance, braccio destro di Donald Trump, ha dovuto anticipare il suo rientro dalle ferie. Ciò che doveva essere un momento di relax con la famiglia si è trasformato in un susseguirsi di sfortunati eventi. Così, il vicepresidente, ha dovuto fare i bagagli e lasciare la stazione sciistica di Warren, in Vermont. Una massa di persone si è scagliata contro Vance, con striscioni con scritto «Vai a sciare in Russia, traditore della patria». Ma le manifestazioni hanno trovato così tanta adesione che sembra impossibile si tratti solo di democratici.

I repubblicani

I malumori del Partito Repubblicano non sono stati velati da nessuno. Dopo 40 giorni di Governo la giurisdizione Trump ha già trovato diversi ostacoli. I problemi principali sono la questione dazi e le braccia aperte al Cremlino. Così senatori di peso non sono stati in silenzio, criticando le attività governative e diplomatiche. Ma si tratta proprio di colleghi del Presidente e del suo vice, quindi di repubblicani.

Tra questi ci sono Bill Cassidy, John Curtis, Mitch Mcconnell. Ed è intervenuto anche Don Bacon, il deputato conservatore del Nebraska. «Ci stiamo comportando come i democratici durante la giurisdizione Reagan», ha detto Bacon. Non solo Ucraina, la maggior parte dei deputati repubblicani è stata contestata dai propri elettori anche per la rilevanza data a Elon Musk.

Questione Doge

Dopo i primi scompigli gli elettori repubblicani speravano di essere ascoltati dal proprio presidente. Ma così non è stato. Trump non ha messo nessun limite all’operato di Musk, aspetto che ha lasciato i sostenitori del Partito Repubblicano perplessi. Tutto questo si rispecchia nei sondaggi dei cittadini, oltre che dei deputati che si dichiarano infastiditi.

Carta canta, i dati di Ipsos-Washington Post parlano chiaro. Secondo questo sondaggio, il 49% dei repubblicani non sono d’accordo con l’operato di Musk. Per i valori riportati dalla Quinnipac University il quadro è ancora più drammatico perché il 55% degli elettori sono contro il Doge.

Se il favore della popolazione per Trump non è importante non si può dire lo stesso dell’opinione di alcuni suoi colleghi. Infatti, si sono esposti Rick McCormick e Nicole Malliotakis, entrambi del Partito Repubblicano, che hanno criticato duramente Musk.

L’ombra economica

Trump e Vance stanno ignorando qualsiasi contestazione. Ma c’è un aspetto che non possono non guardare: i dati economici. La borsa è in flessione da quasi due settimane e ha raggiunto dei valori inferiori rispetto a quelli lasciati da Biden. Questione che lascia di stucco il presidente e il suo vice, considerando l’esplosione che aveva avuto attorno alla fine di gennaio.

Ciò che preoccupa Wall Street sono le borse dei Paesi colpiti dai dazi. Canada, Cina e Messico sembrano navigare a confronto degli USA. È un aspetto che non preoccupa solo imprese e investitori, ma tocca anche i cittadini. Problema che non potrà essere lasciato in sospeso ancora a lungo.

Francesca Neri

Laurea triennale in Storia Contemporanea all'Università di Bologna. Laurea Magistrale in Scienze Storiche e Orientalistiche all'Università di Bologna, con Master di I Livello in African Studies all'Università Dalarna.

No Comments Yet

Leave a Reply