Juan Guaidò non è più presidente del Parlamento venezuelano. La carica, che il politico aveva assunto in seguito a un’auto-proclamazione, gli è stata revocata dal regime di Nicolas Maduro.
L’ineleggibilità di Guaidò, che era stato riconosciuto da diversi Stati occidentali, è stata annunciata dal controllore generale del Venezuela Elvis Amoroso, nominato dall’Assemblea nazionale costituente a maggioranza chavista: l’ex presidente ad interim non potrà assumere alcun tipo di carica pubblica per 15 anni. Secca la replica del leader dell’opposizione progressista: «Si deve essere molto miserabili per chiamare in causa non so da dove un personaggio designato da un’istituzione che non esiste».
Nel frattempo, ad oltre due mesi dalla proclamazione, la situazione del Paese continua a rimanere in bilico: i continui blackout hanno portato alla chiusura di scuole e uffici per il quarto giorno consecutivo, tanto da spingere Guaidò a convocare una nuova manifestazione nella giornata di sabato. La mobilitazione chiederà ancora una volta «la cessazione dell’usurpazione» da parte di Maduro. «Non possiamo rimanere passivi», ha affermato il leader progressista, annunciando per il 6 aprile una simulazione dell’”Operazione Libertad”, la marcia che sfilerà fino al Palazzo di Miraflores, sede del potere esecutivo.
Continuano nel frattempo le tensioni tra Stati Uniti e Russia, con Mosca che ha inviato a Caracas aerei carichi di armamenti e personale militare e con Maduro che ha annunciato di aver stipulato oltre 20 accordi di cooperazione con il Cremlino. Il rafforzamento dell’influenza russa in Venezuela rappresenterebbe l’ennesimo smacco di Vladimir Putin ai danni di Donald Trump: non sorprende dunque che il presidente americano abbia ribadito il suo pieno sostegno a Guaidò, al grido di «fuori la Russia dal Venezuela».
Anche il segretario di Stato USA Mike Pompeo sostiene la posizione del Tycoon. «Maduro – ha affermato in un tweet – chiede che non vengano messe le mani sul Venezuela mentre invita le forze di sicurezza di Cuba e Russia, in modo che lui e i suoi complici possano continuare a saccheggiare il Venezuela. E’ ora che le istituzioni venezuelane prendano posizione per la propria sovranità».