Negli Stati Uniti si torna a parlare del tema della violenza e dell’uso delle armi dopo che un’altra vittima famosa è stata uccisa a colpi di pistola. Prima di intraprendere la carriera musicale, Nipsey Hussle era un affiliato di una gang vicina ai Crips, la Rollin 60s.
Il celebre rapper Nipsey Hussle, ucciso a 33 anni da un uomo che lo ha raggiunto nei pressi del suo negozio di vestiti nella zona sud di Los Angeles, è solo l’ultimo dei rapper uccisi a sangue freddo; poco tempo fa perse la vita xxxTentation in Florida, a soli 22 anni. Nella sparatoria sono rimaste ferite altre due persone, mentre l’aggressore è poi riuscito a scappare a bordo di un’automobile.
I soccorsi sono arrivati poco dopo l’aggressione, ma all’arrivo in ospedale, il rapper è stato dichiarato morto. La comunità di rapper americani ha ricordato Nipsey con messaggi di cordoglio sui social; tra questi, anche Snoop Dogg, Megastar Drake e Rihanna.
Già molto noto sulla costa occidentale, Hussle aveva guadagnato notorietà nazionale nel 2016 grazie alla canzone contro l’attuale presidente degli Stati Uniti “FDT (Fuck Donald Trump)”: il suo album di debutto, “Victory Lap“, era stato pubblicato nel 2018, e vedeva le apparizioni di nomi di primissimo piano della scena hip hop statunitense come Kendrick Lamar, Diddy, The-Dream e molti altri. Il disco gli era valso una candidatura ai Grammy Awards.
La polizia di Los Angeles aveva in programma per oggi un colloquio con Nipsey Hussle, il rapper assassinato alle 15,20 di ieri, domenica 31 marzo, nel corso di una sparatoria avvenuta fuori dal negozi di abbigliamento di sua proprietà nel quartiere di Hyde Park, per l’organizzazione di un’iniziativa volta ad allontanare i giovani dalle gang di strada.
Il sindaco della città californiana, Eric Garcetti, ha espresso le sue condoglianze per la tragica scomparsa del cantante e ha detto che la città è ancora una volta «colpita profondamente», così come accade sempre quando «una giovane vita viene meno a causa della violenza senza senso delle armi».