Tutto sarebbe nato da una parola detta tra amici. Una confidenza o una chiacchierata fatta in un contesto informale. Riportata poi in un articolo firmato da Maurizio Belpietro sul quotidiano La Verità. Ma è bastata per accendere lo scontro tra il Colle e Palazzo Chigi. Al centro c’è Francesco Saverio Garofani, consigliere di Sergio Mattarella ed ex deputato del Partito Democratico. A lui vengono attribuite conversazioni in cui «auspicherebbe iniziative contro la presidente e il centrodestra». Il direttore della Verità sostiene nel suo pezzo che il Quirinale stia lavorando a quella che definisce un’«ammucchiata ulivista», ovvero una grande coalizione che vorrebbe impedire al centrodestra di vincere le elezioni del 2027. L’obbiettivo sarebbe quello di evitare che una maggioranza non di sinistra scelga il nuovo Presidente della Repubblica nella prossima legislatura.
LO SCONTRO ISTITUZIONALE
A rilanciare le accuse è stato Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia (FdI) alla Camera, che ha chiesto una smentita immediata. «Confidiamo in una smentita senza indugio» ha dichiarato, aggiungendo che in caso contrario si sarebbe dovuto dedurre la fondatezza di queste accuse. Un commento che provoca la reazione del Quirinale. Il Colle una nota esprime «stupore per la dichiarazione del capogruppo alla Camera del partito di maggioranza relativa che sembra dar credito a un ennesimo attacco alla presidenza della Repubblica, costruito sconfinando nel ridicolo». Belpietro conferma «parola per parola quanto scritto», definendola «istituzionalmente scorretta». Bignami prova a correggere il tiro, precisando che «non ci permetteremmo mai di citare il Quirinale come destinatario di richieste. Abbiamo chiesto a Garofani a cui vengono attribuite quelle frasi, di smentirle». Linea condivisa da Giovanbattista Fazzolari e Giovanni Donzelli, che accusano le opposizioni di essere pronte a «mettere un bavaglio alla stampa». E mentre la Lega esprime solidarietà al direttore della Verità, Forza Italia prende le difese del Capo dello Stato esprimendo fiducia nei confronti del Mattarella. Da Palazzo Chigi il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari è intervenuto per limitare i danni: «Bignami non si è in alcun modo riferito al Quirinale né si è rivolto in modo irrispettoso al presidente della Repubblica» ha dichiarato all’Ansa «ma ha semplicemente fatto notare che sarebbe stata opportuna una smentita del consigliere Garofani per le affermazioni a lui attribuite».
Le opposizioni difendono il Capo dello Stato: «Mattarella è una guida sicura. Chiunque provi mai a dire una cosa diversa, ci troverà dall’altra parte», mette in chiaro la leader del Pd Elly Schlein. Per Giuseppe Conte Fdi «si inventa una polemica ad arte per operare una distrazione di massa, perché oggi la notizia è che anche la Commissione Europea certifica lo zero crescita dell’Italia».
CHI È GAROFANI, IL CONSIGLIERE AL CENTRO DELLA POLEMICA
Romano, classe 1962, laureato in Lettere e Filosofia e giornalista professionista. Ora è il consigliere del capo dello Stato per gli Affari del Consiglio supremo di Difesa. La carriera di Francesco Saverio Garofani è quella di un fedelissimo di Sergio Mattarella. Fin da giovane ha fatto politica militando nella corrente di sinistra della Democrazia Cristiana. Poi seguendo l’attuale Presidente della Repubblica passa dal Partito Popolare Italiano alla Margherita e infine al Partito Democratico. Ma è con l’Ulivo che viene eletto per la prima volta come deputato nel 2006, rimanendo a Montecitorio per altre due legislature. Nel 2018 abbandona la Camera per seguire ancora una volta Sergio Mattarella al Quirinale, come Consigliere per le questioni istituzionali prima e Consigliere per gli Affari del Consiglio Supremo di Difesa poi. Nomina che rende Garofani il primo non militare a ricevere questo incarico, provocando stupore e critiche da parte di Fratelli d’Italia.
Accanto alla carriera politica ne sviluppa anche una giornalistica. Dal 1990 al 1992 è caporedattore de La Discussione, per poi diventare il direttore del quotidiano Il Popolo fino al 2003. Successivamente contribuisce alla fondazione del quotidiano Europa, di cui diventa vicedirettore.
COSA SONO I CONSIGLIERI E COSA FANNO AL QUIRINALE
Sono una dozzina. Insieme formano una corte ristretta che assiste il Presidente della Repubblica. Sono persone di fiducia, nominate direttamente dall’inquilino del Colle che affiancheranno per tutto il suo mandato. Sovrintendono E dirigono gli Uffici del Segretariato Generale. A guidare la loro attività è il Segretario Generale. Assiste il Presidente nei rapporti con il Parlamento, il Governo, la Corte costituzionale e il Consiglio superiore della magistratura. A cui si aggiunge il controllo dei provvedimenti da firmare e delle nomine dei componenti dell’esecutivo. Ad avere un ruolo di coordinamento sono anche i Vice Segretari Generali che sovrintendono i Servizi e le Unità speciali.