
L’indice Gini, introdotto dall’economista Corrado Gini, è il grado che calcola la disuguaglianza nella società. Il punteggio va da 0 a 100, con il voto più basso che indica la distribuzione più equa possibile della ricchezza di uno stato. Il coefficiente permette così di visualizzare su scala la distribuzione della ricchezza. Rappresenta per i politici la possibilità di comprendere l’impatto delle politiche e filosofie da adottare.
La situazione Usa
Negli Stati Uniti il coefficiente Gini è cresciuto negli anni, parallelamente alla crescita del Pil americano. Nel 1981, alla vigilia dell’amministrazione Reagan, l’indice si attestava intorno al punteggio di 35,5%; nel 1993 era salito al 38%. All’ultimo anno disponibile nella serie (2022), il grado ha raggiunto il livello di 41,3%. Sebbene fosse nell’interesse di diverse amministrazioni passate di ridurre la diseguaglianza interna al Paese, i risultati sono stati al più modesti. Attualmente l’indice Gini riporta l’immagine di un’America quasi divisa, con livelli di disuguaglianza simili a quelli di Paesi meno sviluppati come Malesia, Argentina e Messico.
Dal 2008, anno della crisi finanziaria, l’economia statunitense era paragonabile a quella dell’eurozona, introno ai 14,7 trilioni di dollari. Oggi il Pil Usa è quasi raddoppiato, raggiungendo la vetta di 27,7 mila miliardi. Una simile immagine si ha guardando il reddito medio negli States. Nel 1990 si attestava intorno ai 53mila dollari, dieci in più rispetto alla media della zona Ocse. Nel 2023, la forbice si è allargata ulteriormente: negli Usa si è arrivati a quota 80mila, l’Ocse si attesta a 58mila.
Guardando la situazione con questi dati emerge come le affermazioni di Trump sul furto di ricchezza delle altre nazioni agli Usa siano false. L’economia americana è cresciuta rapidamente e si è ripresa egregiamente dalla crisi finanziaria del 2008. L’America non è affatto svantaggiata, è cresciuta rapidamente grazie allo sviluppo tecnologico e alla finanza. Sono cresciuti Pil e reddito medio. Però, questa nuova ricchezza, come abbiamo vista in precedenza, è rimasta nelle mani di pochi. Non si è tradotta in una ridistribuzione più equa. Più uno Stato diventa ricco, meno i suoi cittadini accettano le disuguaglianze. E forse è anche questo che ha contribuito all’ascesa di Trump.