Le navi dell’Unione Europea pattuglieranno di nuovo il Mar Mediterraneo.
Dal Consiglio affari esteri emerge una nuova missione per garantire il rispetto dell’embargo sulle armi in Libia. Ma c’è un prezzo da pagare, la fine della missione Sophia, incentrata sul contrasto al traffico di migranti.
Nonostante lo scetticismo iniziale, si è giunti a un accordo – a Bruxelles – tra tutti i Paesi Ue per l’avvio di una strategia utile a bloccare l’ingresso delle armi in Libia.
Era stato lo stesso Josep Borrel, alto rappresentante Ue per la politica estera, a predire una fumata nera nella mattinata del 17 febbraio, all’indomani dell’allarme lanciato dall’Onu che aveva definito “preoccupante” la situazione in Libia.
L’ANNUNCIO DI LUIGI DI MAIO
All’uscita dal meeting è stato Luigi Di Maio ad annunciare l’unanimità raggiunta per lanciare «una missione navale, aerea e con disponibilità anche terrestre, per bloccare l’ingresso delle armi in Libia».
La decisione dei ministri degli Esteri dei Ventisette stabilisce, tuttavia, che le navi vengano ritirate dalla aree in cui, a causa della loro presenza davanti alle coste libiche, dovesse manifestarsi chiaramente un “effetto di attrazione” (pull factor) dei flussi migratori irregolari.
«Questa “condizione” è il principale risultato per l’Italia» ha commentato il capo della diplomazia di Roma, puntualizzando che, per la prima volta «l’Ue nella sua dichiarazione riconosce l’esistenza del pull factor».
L’intesa è arrivata soprattutto per evitare il veto di almeno tre paesi: oltre l’Italia anche Austria e Ungheria. Secondo il ministro degli Esteri austriaco Alexander Schallenberg, al posto di Sophia è necessario «qualcosa di nuovo, un’operazione militare e non un’operazione umanitaria».
LA DIFFICOLTÀ NEL TROVARE UN ACCORDO
Prima dell’incontro, Borrell, influenzato dall’intransigenza del governo austriaco, si era detto scettico sulla possibilità di mettere d’accordo tutti gli Stati membri sulla missione Ue: «Non penso che oggi ce la faremo» aveva ammesso.
La preoccupazione dei Paesi contrari era legata soprattutto al fatto che riportare le navi europee nel Mediterraneo potesse stimolare l’incremento della partenze dei migranti dalle coste libiche.
Ma alla fine del vertice straordinario, ha confermato il risultato positivo.
I prossimi sviluppi
L’operazione Sophia sarà chiusa alla scadenza del suo mandato, il 20 marzo, e sarà sostituita «da una nuova missione nel Mediterraneo.
Intanto, il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert, ha confermato che sarà l’Italia a presiedere il processo di verifica dei progressi dell’iter sulla Libia come stabilito a Berlino quattro settimane fa.