Essere giornalisti significa avere un metodo (e non un copia e incolla);
significa saper trovare la notizia, capirla, verificarla, spacchettarla, analizzarla (e non accontentarsi);
significa saper scegliere un taglio in base al prodotto finale che ci viene richiesto;
significa curare il proprio lavoro che è la nostra firma, il nostro biglietto da visita (e questo va fatto sempre, non a giorni alterni);
significa saper guardare al di là delle cose e delle persone e vedere tutte le proprie conoscenze come una possibile fonte (e non semplici contatti);
significa interrogarsi su tutto ed essere più che curiosi;
significa essere semplici, perché è nella semplicità e nella chiarezza della scrittura che il lettore si riconosce e ci sceglie;
significa essere capaci di suscitare il dubbio in chi ci legge (qui sì che si differenziano i veri giornalisti);
significa non essere pigri e saper proporre sempre temi innovativi (e non accontentarsi del compitino assegnatoci, solo così ci si distacca dall’impronta ordinaria e scolastica);
significa voler mettersi in gioco e non aver paura di chiedere. Domandi perché vuoi capire, nessuna domanda è stupida;
significa saper dare risposte (se arriva l’onda, tu devi essere la soluzione);
significa saper fare la differenza (ed è con il proprio metodo che lasciamo il segno);
significa saper prendere il meglio dagli altri, adattandolo al proprio stile e ai propri valori.
Essere giornalisti significa sentirsi a pieno dentro questo ruolo e crederci, fino in fondo.