«Better than we expected». Sono queste le parole che hanno fatto scoppiare la polemica all’interno del Partito Democratico. A rilasciarle è stato l’attuale segretario del partito, Enrico Letta, in un’intervista al New York Times. Sempre al giornale statunitense, Letta ha dichiarato il suo apprezzamento per le linee economiche e finanziarie scelte dalla Premier, sottolineando come la Meloni abbia abbandonato le sue velleità anti-europee e si stia adattando alle regole per evitare di incorrere in errori. Il reggente del PD, che non ha comunque risparmiato critiche alla maggioranza, ha però smentito un “allarme democratico” come detto da qualche suo compagno di partito. Ha piuttosto rilanciato su un “allarme politico”, visto il piano della Meloni di costituire una nuova maggioranza europea fra conservatori e popolari.
Nulla di strano in queste frasi se l’Italia fosse un Paese in cui l’avversario politico viene identificato come qualcuno con una visione diversa del mondo, ma altrettanto rispettabile. Da trent’anni però il mantra di una parte della sinistra è dipingere come inadatto a qualsiasi ruolo di governo chiunque sia ideologicamente distante. Da qui la valanga di critiche piovute addosso a Enrico Letta, in particolare dai sostenitori di Elly Schlein.
Bonaccini sulla Meloni: «Non è fascista»
Ad infiammare il dibattito attorno al congresso del PD è stato però Stefano Bonaccini che, subito dopo le dichiarazioni del segretario, ha rilasciato parole di stima verso Giorgia Meloni. «La Meloni non è certamente una fascista. È una persona capace, ma con idee profondamente lontane dalle mie». Il candidato alla segreteria ha poi lanciato un monito ai membri del suo partito: «Va usata misura nelle critiche. Non dobbiamo dimenticarci che negli ultimi 11 anni siamo stati noi al governo».
La replica di Andrea Orlando
Contro Bonaccini si è scagliato Andrea Orlando, ex Ministro e dirigente di primo piano del PD, che proprio non ha digerito gli apprezzamenti alla Meloni. «C’è qualcosa che non va. Mettiamoci d’accordo compagni e amici. Se sosteniamo, io credo in modo sacrosanto, che la manovra di bilancio incentiva l’evasione, non aiuta l’economia reale e premia le rendite, colpisce i poveri e non affronta la crisi salariale. Se diciamo che il decreto ONG è contro la Costituzione, i trattati internazionali e il senso stesso di umanità. Come si fa a dire contemporaneamente che sono capaci (di cosa?) o che sono meglio di quanto ci aspettassimo? Davvero, mettiamoci d’accordo compagni e amici».
L’irritazione del Nazareno
Dal Nazareno è quindi arrivata una replica seccata nei confronti di Orlando: «Dispiace che Andrea Orlando travisi completamente le dichiarazioni di Enrico Letta al New York Times ai fini di una polemica interna che non ha alcun fondamento. Il segretario si è limitato ad esprimere un giudizio positivo, che peraltro conferma, sul fatto che la Premier Giorgia Meloni non ha infranto le regole di bilancio e le regole dell’euro, a differenza di quanto negli anni aveva detto di fare. Basta del resto leggere per intero l’articolo».
Anche Elly Schlein contro Bonaccini
A questo punto anche la Schlein è intervenuta sulle prese di posizione dei compagni di partito: «Non sono d’accordo con le dichiarazioni di Bonaccini: io ho un giudizio netto e molto negativo su Meloni». E poi ha aggiunto: «Vorrei che la premier prendesse 12 secondi del suo tempo per dichiararsi antifascista». Parole insomma inaccettabili quelle di Bonaccini per chi, come la corrente più radicale del PD, ha costruito la sua narrazione politica sul pericolo fascismo e sulla demonizzazione dell’avversario.
Verso le primarie del 27 febbraio
Manca ormai poco più di una settimana alle primarie del PD e la partita è apertissima. Mai come questa volta il risultato determinerà la linea del nuovo Partito Democratico. Da una parte Bonaccini, con il tentativo di traghettare il partito verso un maturo socialismo europeo; dall’altra la Schlein con il suo programma radical-ecologista e una definitiva svolta verso le politiche del Movimento 5 Stelle.