Gaetano Miccichè si è dimesso. Dopo un anno e sette mesi da presidente della Lega di Serie A ha detto «basta». Le motivazioni sono chiare: «Le indiscrezioni apparse sui giornali relative alla chiusura dell’istruttoria sulla mia nomina avvenuta 20 mesi fa e al suo possibile esito sono inaccettabili e mi impongono questa decisione».
Miccichè aveva parlato a lungo con il presidente della Figc Gabriele Gravina, definendosi «vittima» di una guerra di potere. Il riferimento è alle presunte irregolarità commesse durante l’assemblea che lo elesse il 19 marzo 2018. L’ex numero uno della Lega Calcio parla delle voci che raccontano di come sul suo nome non si fosse registrata effettivamente l’unanimità che il nuovo Statuto richiedeva per aggirare un possibile conflitto di interessi. Una vicenda emersa qualche settimana fa e che prende vita da un’intervista rilasciata dal patron del Genoa Enrico Preziosi e da una lettera anonima che sarebbe stata recapitata alla Federazione Italiana Gioco Calcio, alle procure della Figc e del Coni, nonché inviata alle principali testate giornalistiche nazionali.
«Non voglio entrare nel merito dello svolgimento dell’assemblea che mi ha eletto. Io non ero presente. Leggo solo un verbale firmato per accettazione da tutti gli azionisti presenti alla riunione alla quale hanno partecipato anche professionisti autorevoli e competenti come Gerardo Mastrandrea, Ruggero Stincardini, Ezio Simonelli, Paolo Nicoletti e il notaio Giuseppe Calafiori che, ognuno nel proprio ruolo, hanno vigilato sul corretto svolgimento dell’assemblea e nulla hanno avuto da eccepire».
A nulla sono valse le numerose telefonate per convincerlo a ripensarci. Miccichè si è confrontato anche con Giovanni Malagò, presidente del Coni, che aveva fortemente sostenuto la sua elezione quasi due anni fa. Non senza amarezza Miccichè specifica: «Lascia in ogni caso stupefatti la circostanza che il sig. Preziosi, con il suo delegato sig. Zarbano presenti a quella Assemblea, spontaneamente avevano preso la parola e dichiarato il loro voto favorevole per Micciché. E stupisce ancora che, una volta ricevuto il verbale dell’Assemblea che riportava la procedura adottata e l’esito della votazione, lo abbiano approvato senza nulla osservare. Dopo 19 mesi si smentiscono, contraddicono ciò che formalmente hanno approvato e osservano l’irregolarità del tutto». Poi, oltre a ricordare che «sul tema abbiamo richiesto un parere pro veritate al Prof. Avv. Zoppini che conclude sulle regolarità e correttezza piena di quanto avvenuto», è lo stesso Miccichè a sottolineare che sulla vicenda «la Procura federale ha aperto un’inchiesta e ne verificheremo gli esiti». L’indagine è dunque stata avviata, ma a qualsiasi conclusione porterà l’esito sarà lo stesso: ci saranno nuove elezioni.
L’amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi de Siervo, ha già convocato una nuova assemblea elettiva, per lunedì 2 dicembre, senza attendere l’esito del Consiglio federale, che Gravina ha deciso di riunire in fretta e furia allo scopo di nominare un commissario ad acta che inserisca nello Statuto della Lega nuovi principi informatori e, solo successivamente, consenta di stabilire la data del voto per l’elezione del successore di Miccichè.