Un episodio controverso ha acceso i riflettori su Juan Bernabé, storico falconiere della Lazio, licenziato dopo aver pubblicato sui suoi canali social immagini inappropriate che hanno scatenato un’ondata di polemiche. La vicenda, che coinvolge il simbolico addestratore dell’aquila Olympia, è diventata oggetto di discussione sia nei media italiani che internazionali.
Le immagini e il licenziamento
Tutto è iniziato quando Bernabé ha condiviso sui suoi profili social delle foto del proprio corpo nudo, comprese immagini esplicite del pene, che hanno rapidamente attirato l’attenzione. La reazione del club biancoceleste è stata immediata: il presidente Claudio Lotito ha disposto il licenziamento immediato del falconiere, definendo il gesto “inaccettabile” e “lesivo dell’immagine della società”. «Quello che è accaduto con Bernabé è qualcosa di intollerabile, perché non rispetta i valori del club e la sua dignità pubblica», ha dichiarato Lotito. Il presidente ha inoltre respinto con fermezza ogni possibilità di reintegrazione: «Certi gesti, soprattutto in un contesto così visibile, non possono essere perdonati. Per la Lazio, il rispetto e l’immagine sono imprescindibili».
Lazio, il falconiere Juan Bernabè fa il saluto romano e inneggia a Mussolini: sospeso. Nota della società biancoceleste: “noi sempre attenti a qualsiasi gesto discriminatorio” #ANSA pic.twitter.com/7KI2ieKGOG
— Agenzia ANSA (@Agenzia_Ansa) October 20, 2021
In un passaggio che ha acceso ulteriori polemiche, Lotito ha tracciato un confronto tra l’episodio e il precedente del saluto romano, gesto compiuto da Bernabé nel 2021 durante una celebrazione con i tifosi. «Quella vicenda era senza dubbio grave, ma in quel caso si poteva contestualizzare: è stato un errore, un momento sbagliato di entusiasmo. Qui, invece, parliamo di una scelta personale, consapevole e pubblica, che mina direttamente l’etica del club».
Secondo Lotito, il ruolo di Bernabé non si limitava a un semplice incarico operativo, ma era anche rappresentativo dei valori e dell’identità della Lazio. Per questo motivo, il patron biancoceleste ha ribadito che la sua decisione era definitiva: «Non possiamo permettere che episodi di questo genere infanghino ciò che rappresentiamo. La Lazio ha una storia e una dignità da difendere».
La resistenza del falconiere
Nonostante il licenziamento ufficiale, Bernabé si è rifiutato di lasciare Formello, la sede degli allenamenti della Lazio. In alcune dichiarazioni pubbliche, ha chiesto scusa per il suo comportamento, invocando il perdono: “Anche Gesù ha perdonato. Sarebbe il dono più bello”. Tuttavia, questa richiesta non ha trovato terreno fertile presso i vertici del club, che hanno ribadito la loro posizione irremovibile.
La vicenda ha suscitato un acceso dibattito tra sostenitori e critici della decisione della Lazio. Da una parte, molti tifosi e osservatori ritengono che il club abbia agito correttamente, difendendo la propria reputazione. Dall’altra, alcuni sottolineano che, pur essendo l’episodio grave, Bernabé meritava una seconda possibilità, considerando il suo lungo per i colori biancocelesti.
La copertura mediatica internazionale
La notizia ha presto fatto il giro del mondo. L’Associated Press ha riportato la notizia sottolineando come Bernabé sia stato licenziato dopo aver condiviso foto e video del suo impianto penieno sui suoi account social privati. Il tabloid britannico The Sun ha pubblicato un articolo dettagliato sulle immagini che hanno portato al licenziamento del falconiere, evidenziando la natura esplicita dei contenuti condivisi. Anche Talksport, emittente radiofonica sportiva del Regno Unito, ha trattato l’argomento, riportando che Bernabé si è barricato nel centro di allenamento della Lazio a Formello dopo il licenziamento, nel tentativo di ottenere il perdono del club.