Le cosche della ‘Ndrangheta si sono infiltrate nel sistema economico umbro. Nella mattina del 12 dicembre decine sono stati gli arresti e i sequestri in Umbria e in Calabria da parte dell’operazione Infectio. Da tempo l’Umbria era nell’occhio del mirino di inquirenti e investigatori dell’Antimafia i quali hanno sostenuto che tanti fossero i fattori favorevoli alla presenza di associazioni criminali. Tra questi: la posizione centrale nel territorio nazionale e l’assenza di una forte criminalità.
Sono 27 gli arresti, di cui 23 emessi dal gip di Catanzaro e sequestrati beni per un ammontare di circa 10 milioni di euro. L’indagine ha portato alla luce le attività delle cosche Mannolo, Zoffreo e Trapasso di San Leonardo di Cutro nel territorio umbro.
Luogo in cui avevano dato avvio a un dispendioso traffico di droga al quale hanno partecipato anche alcuni trafficanti albanesi.
Sequestrate anche diverse società in Umbria, Lazio e Lombardia.
Con l’operazione Core Business sono stati eseguiti quattro arresti di importanti esponenti della cosca Commisso di Siderno (Reggio Calabria), tra loro anche il leader storico ‘U Quagghia, scarcerato a gennaio 2019.
Prodotti illeciti a favore di compiacenti imprenditori hanno visto l’influenza anche di soggetti vicini alla ‘Ndrangheta vibonese che ha dato il via a cospicue truffe a danno di diversi istituti di credito e operazioni di riciclaggio di denaro.
I dettagli dell’operazione sono stati dichiarati durante la conferenza stampa dal Procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, e di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri e da Francesco Messina, Capo della Direzione Centrale anticrimine.