Il calcio è un gioco semplice: 22 uomini rincorrono un pallone per 90 minuti, e alla fine vince.. il Real. Quattordicesima Champions League della storia, quinta negli ultimi nove anni. Madrid caput mundi.
Il cuore del Real
Il calcio è un gioco semplice, ma sa sorprendere ed emozionare, regalandoci storie bellissime. Quella di Ancelotti, primo allenatore a vincere 4 Champions (qualche settimana fa era diventato il primo a vincere i 5 migliori campionati in Europa). Quella di Vinicius, primo classe 2000 a segnare, e decidere, una finale. Quella di Modric e Benzema, uno già pallone d’oro e l’altro, meritocrazia permettendo, prossimo vincitore.
Ancelotti ha avuto a disposizione un gruppo fantastico, fatto di campioni ormai veterani e talenti pronti a dominare la scena nei prossimi anni. Un mix di esperienza e freschezza che l’allenatore di Reggiolo ha saputo gestire come solo lui sa fare. Tirando fuori il meglio da ogni giocatore e dando una precisa identità alla squadra, a cui ha trasmesso uno spirito che nei momenti più difficili (vedi le sfide con Psg e Manchester City) è venuto fuori con forza ed orgoglio. Perché la chiave del successo è sempre la stessa: la fame. Spesso, infatti, non vince solo chi è più forte tecnicamente, ma chi ha più voglia. E nel Real di Re Carlo sono il talento e la classe ad essere al servizio della determinazione e della cattiveria agonistica, non viceversa. «Abbiamo vinto grazie al cuore» il riassunto perfetto.
La finale
Numeri alla mano, il Liverpool avrebbe meritato di vincere. 24 tiri a 4, 9 a 2 quelli in porta, maggior percentuale di possesso palla. Ma il calcio è un gioco semplice, se non fai gol non puoi vincere. E se i Reds non hanno segnato e la Coppa adesso è in Spagna invece che in Inghilterra è perché tra i pali dei Blancos non c’era un portiere, ma un muro. «Quando il portiere avversario è il migliore in campo vuol dire che qualcosa non va per l’altra squadra. È un verdetto duro ma ci tocca rispettarlo» le parole di Klopp.
Courtois si è reso protagonista di alcune parate incredibili, tenendo in partita i suoi grazie ad interventi decisivi su Salah e Manè. Tuttavia, dare tutto il merito al numero 1 belga sarebbe riduttivo. Il Real ha vinto la partita, e il torneo, grazie alla forza del gruppo, riserve comprese. E l’ha fatto meritatamente, eliminando una dopo l’altra le squadre più forti d’Europa: il Psg di Messi, Neymar e Mbappé, il Chelsea campione in carica, il City di Guardiola. Un percorso difficile ma netto, affrontato sempre nel modo giusto, quello di chi non molla mai. Il calcio è un gioco semplice, bisogna crederci fino all’ultimo.