Kim Jong-un insignito della medaglia della vittoria dalla Russia

Il leader nordcoreano, Kim Jong-un, è stato insignito della medaglia della vittoria in occasione del 75° anniversario della fine della seconda guerra mondiale. Si tratta di un riconoscimento «per il suo importante contributo personale alla commemorazione dei cittadini sovietici morti e sepolti nella Repubblica Democratica Popolare di Corea e per essersi preoccupato di preservare i luoghi di sepoltura e i monumenti commemorativi dei soldati sovietici». È quanto si legge in un post sulla pagina Facebook dell’Ambasciata russa a Pyongyang.

Il ritorno di Kim Jong-un

L’annuncio del conferimento della medaglia arriva in seguito alla prima apparizione del leader nordcoreano dopo settimane di speculazioni sulla sua presunta malattia e morte.

Il 1° maggio Kim Jong-un ha presenziato all’inaugurazione di una fabbrica di fertilizzanti fosfatici a Sunchon, città a circa 50 chilometri da Pyongyang. Le foto – diffuse dall’agenzia di stampa ufficiale della Corea del Nord, KCNA, e dal quotidiano del Partito dei Lavoratori Rodong Sinmun – mostrano il leader che partecipa al taglio del nastro. Presente alla cerimonia anche la sorella del dittatore Kim Yo-jong. Proprio lei era stata indicata nelle ultime settimane come la possibile erede del leader, essendo i suoi tre figli troppo giovani per governare.

Le speculazioni sul suo stato di salute

L’assenza di Kim Jong-un alla commemorazione della nascita di suo nonno, Kim Il-sung, il 15 aprile, ha alimentato i sospetti sulla sua salute. La sua ultima apparizione risaliva all’11 aprile, quando aveva presieduto una riunione del Partito dei Lavoratori. Diverse le ipotesi che si sono succedute nel corso delle settimane

Il Daily NK aveva scritto, citando fonti non identificate all’interno del Paese, che il 12 aprile Kim aveva subito un intervento chirurgico per un problema cardiovascolare.

TMZ aveva raccolto in un articolo sulla presunta morte di Kim le diverse notizie che circolavano sul suo conto, specificando che nessuna di queste era stata confermata.

Una foto satellitare, diffusa il 25 aprile, mostrava un treno molto simile a quello di Kim nella stazione vicino ad un resort sul mare nella città di Wonsan. Lo scatto aveva fatto ipotizzare che il leader fosse fuggito a causa del Covid-19. La Corea del Nord, però, continua tutt’ora a sostenere che nel Paese non ci sono casi di contagio.

I lunghi silenzi dei leader nordcoreani

Non è raro che Kim scompaia dagli occhi del pubblico. La sua assenza più lunga risale al settembre del 2014, quando si assentò per 40 giorni e tornò zoppicante. Allora l’intelligence di Seul appurò che si era sottoposto alla rimozione di una ciste dalla caviglia.

Anche Kim Jong-il, nel 2008, scomparve dalla vita pubblica per diverse settimane e, solo dopo un mese, i giornali e i servizi di intelligence del resto del mondo riuscirono a scoprire che aveva avuto un ictus a cui era seguita una lunga fase di ripresa.

Federica Grieco

Sono una giornalista praticante per MasterX con una laurea in Scienze Politiche, indirizzo internazionale, all’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Durante gli anni universitari, tra corsi, libri e conferenze con esperti, ho sviluppato una forte curiosità nei confronti dello scenario internazionale. Al termine dei miei studi, ho deciso di iscrivermi al Master di Giornalismo IULM per acquisire tutte le competenze necessarie per intraprendere questa professione. Ho svolto il primo stage curricolare, della durata di due mesi, presso la redazione del sito di Tgcom24.

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