La mattina del 17 luglio missili ucraini hanno colpito il ponte di Kerch, che collega la Crimea alla Russia. L’attacco è arrivato proprio nel giorno in cui scade l’accordo tra il Cremlino e l’Ucraina, che consentiva a Kiev di esportare il proprio grano in sicurezza attraverso il Mar Nero. «Il patto è stato interrotto – ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov – . Mosca tornerà all’intesa non appena saranno rispettate le nostre richieste».
Nessun altro negoziato
Il primo attacco al ponte risale a ottobre 2022, quando con un camion-bomba era stato distrutto un pezzo della carreggiata e incendiato un treno. Il ponte collega la penisola occupata alla Russia. Per il Cremlino ha un alto valore logistico e strategico, oltre che simbolico.
Eppure, tra questa offensiva di Kiev e la mancata estensione dell’accordo sul grano non ci sarebbe alcun nesso. Già prima dell’ultimo rinnovo, lo scorso maggio, la Russia aveva minacciato di interrompere l’intesa per ottenere condizioni più vantaggiose. «Purtroppo, la parte di questo accordo sul Mar Nero relativa alla Russia non è stata finora attuata», ha detto Peskov per spiegare la decisione di non rinnovarlo. In particolare, Mosca chiede da tempo di eliminare le restrizioni all’export dei propri prodotti sottoposti a sanzioni, come grano e fertilizzanti. Putin vorrebbe anche rientrare nel circuito Swift della banca agricola Rosselkhozbank, per uscire dall’isolamento economico in cui è stata chiusa la Russia da quando ha invaso l’Ucraina. Il mancato rinnovo dell’accordo sul grano non sarebbe dunque una risposta all’attacco sul ponte in Crimea, ma alle sanzioni.
La mediazione di Erdogan
Tra gli intermediari per il rinnovo dell’intesa c’è il presidente turco Recep Erdogan, che per agosto ha annunciato una visita di Putin ad Ankara. Dopo che il Cremlino ha comunicato di non voler proseguire l’accordo, Erdogan ha commentato: «L’iniziativa del Mar Nero è passata alla storia come un importante successo diplomatico. Sono state spedite più di 33 milioni di tonnellate di prodotti cerealicoli. Grazie a tutte le parti coinvolte, molti Paesi non sono stati trascinati in una crisi alimentare».
Secondo il presidente turco, nonostante le dichiarazioni fatte, Putin vorrebbe che questo ponte umanitario continuasse. «Parleremo di questo argomento quando ci incontreremo in Turchia», ha concluso.
Milioni di persone pagheranno
L’accordo sul grano è considerato cruciale per scongiurare una crisi alimentare mondiale, che colpirebbe soprattutto i Paesi in via di sviluppo. Per il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, la decisione unilaterale della Russia si ripercuoterà su milioni di persone, che ne «pagheranno il prezzo».