Allison Fluke-Ekren, ex-insegnante del Kansas, guidava un battaglione Khatiba Nusaybah dell’Isis, formato da donne e minori. Accusata di aver fornito supporto materiale a un’organizzazione terroristica, rischia vent’anni di carcere.
Insegnante di professione, ma aspirante combattente per lo Stato Islamico. Allison Fluke-Ekren nel 2008 va a vivere in Egitto e poi nel 2011 in Libia con il marito e i figli. All’epoca faceva parte della fazione di Ansar al Sharia, una formazione terroristica armata jihadista. Delusa dalla linea moderata assunta dalla dirigenza del gruppo, nel 2012 si trasferisce in Siria. Qui si unisce all’Isis, donando 15mila dollari per comprare armi e impegnandosi in prima persona in attività militari.
Nel 2016, dopo la morte del marito durante un assalto, si sposa nuovamente con un combattente del Bangladesh. Anche lui diventa presto un martire, allora si risposa per la terza volta con un comandante del settore della città islamica di Raqqa.
Le viene affidato il comando del battaglione Khatiba Nusaybah, composto da donne e minori, che vengono addestrati all’uso di fucili AK-47, cinture suicide e granate.
La condanna negli Stati Uniti
La denuncia penale era stata depositata sotto sigillo nel 2019, ma è stata resa pubblica solo questo sabato, 31 gennaio 2022, dopo che Allison Fluke-Ekren è stata rimpatriata negli Stati Uniti.
Nel 2014 la 42enne americana era diventata una figura di spicco alla corte del califfo al-Baghdadi, per il quale progettava un piano per colpire un college negli Stati Uniti attraverso un’azione suicida. La donna ha spiegato al Dipartimento di Giustizia della Virginia che, per condurre l’attacco, si sarebbe recata in un centro commerciali, avrebbe parcheggiato un veicolo pieno di esplosivo nel seminterrato della struttura per farla esploderla.
Dopo aver cercato di diffondere la notizia della sua morte per allontanare i sospetti sul suo conto, è stata catturata dalle autorità federali statunitensi ed è stata trasferita in Virginia sotto la custodia dell’FBI. È accusata di aver fornito supporto materiale a un’organizzazione terroristica. Ora l’attende il processo: rischia vent’anni di carcere.