Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha parlato per la prima volta con il leader cinese Xi Jinping. Nel corso della telefonata i due, che già si erano confrontati in qualità di vicepresidenti tra il 2009 e il 2013, hanno condiviso la necessità di ripristinare e accrescere le relazioni tra Cina e Stati Uniti. Tra i principali argomenti trattati, i capi di Stato si sono soffermati su pandemia di covid-19, cambiamenti climatici e proliferazione degli armamenti.
Le priorità di Biden
Joe Biden ha sottolineato come tra le priorità di Washington risaltino ‹‹la sicurezza, la prosperità, la salute e lo stile di vita dei cittadini americani››. Le maggiori preoccupazioni per il democratico, invece, nascono dagli atteggiamenti aggressivi che i cinesi presentano in politica estera oltre che ‹‹per le pratiche economiche coercitive e scorrette di Pechino››. Infatti, se la causa di Hong Kong è considerata ormai irrecuperabile per la Casa Bianca, soprattutto dopo l’approvazione della legge sulla sicurezza, Biden si è detto contrario alle ‹‹crescenti e decise azioni della Cina nella regione anche nei confronti di Taiwan››. D’altra parte, sul fronte della politica interna attuata dal Regno di mezzo, il presidente americano ha fatto capire che gli Stati Uniti non mancheranno di vigilare sul rispetto dei diritti umani, soprattutto per quanto riguarda il trattamento degli uiguri nello Xinjiang.
La risposta di Xi Jinping
Dal lato cinese, Xi Jinping ha augurato la ripresa di un dialogo costruttivo sulle grandi sfide globali, la cui alternativa porterebbe ‹‹ad un disastro per entrambi i Paesi››, ma ha anche fermamente ribadito che considera Hong Kong, Taiwan e Xinjiang ‹‹affari interni che riguardano la sovranità e l’integrità territoriale della Cina››.
Il rispetto reciproco secondo Xi Jinping è imprescindibile per andare d’accordo, ma nei fatti, l’obiettivo cinese è quello di guadagnare la stima degli americani mettendone in discussione la leadership mondiale.
La sfida è lanciata
Infatti, se la pandemia ha dato ulteriore impulso al piano di riforma tecnologica e industriale “Made in China 2025″, proiettando la Repubblica popolare al primo posto tra le economie mondiali già nel 2028, il segretario del Partito Comunista sa bene che non potrà mai imporsi totalmente sui rivali finché non avrà conquistato i mari. Proprio in quest’ottica, Biden, consapevole delle ambizioni cinesi, mira a consolidare le storiche alleanze con Gran Bretagna e Giappone estendendo lo sguardo sull’Indo-pacifico. Prossimo appuntamento: il G7 ospitato dagli inglesi ed allargato straordinariamente ad Australia, India e Korea.