Nella serata di lunedì 17 febbraio Intesa Sanpaolo, la prima banca italiana, ha fatto un’offerta pubblica di scambio su Ubi Banca, la quarta banca del Paese. Intesa offrirà 17 azioni proprie per ogni 10 azioni di Ubi. Stando ai prezzi di chiusura delle azioni di Intesa di venerdì 14 febbraio, la cifra corrisponde a una valorizzazione di 4,25 euro contro i 3,33 della chiusura di Ubi, con un premio del 27,6% sul valore di Borsa di quel giorno. Fonti vicine a Intesa hanno smentito che si tratti di un’offerta ostile: rapportata al 100% del capitale di Ubi, l’offerta di Intesa ha un valore di 4,9 miliardi circa.
LA REAZIONE DEI MERCATI
L’operazione è stata accolta positivamente dalla Borsa, con il titolo di Intesa che sale da 2,4% a 2,6 euro e Ubi (+22,6%) a 4,28 euro. «Una mossa a sorpresa che creerà valore per tutti», spiega il consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina. «L’operazione – ha aggiunto – apre un nuovo capitolo della storia di questo gruppo».
Se l’operazione andasse in porto, nascerebbe la terza banca europea per capitalizzazione di mercato, che salirà a 48 miliardi di euro, e la settima per ricavi, a quota 21 miliardi. Stando a un’analisi de Il Sole 24 Ore, inoltre, la fusione porterebbe a un innesto di 2.500 giovani nel nuovo gruppo tramite un progetto sostenuto dal Fondo per l’occupazione alimentato dai bancari stessi.
L’OK DA FRANCOFORTE
Secondo fonti ANSA sarebbe emerso un parere positivo a Francoforte, durante i colloqui tra Intesa Sanpaolo e la Vigilanza bancaria Bce. Nei contatti si sarebbe discusso dell’impatto dell’operazione su capitale, filiali e concorrenza. L’ad di Intesa Sanpaolo ha inoltre specificato di aver sentito il titolare di via XX settembre, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.
In caso di successo della fusione tra Intesa Sanpaolo e Ubi Banca, ha fatto sapere l’ad di Intesa Sanpaolo, «il marchio Ubi non ci sarà». «Abbiamo tolto Comit, Cariplo, Sanpaolo – ha aggiunto -, toglieremo anche Ubi».
