È ufficiale: Antonio Conte è il nuovo allenatore dell’Inter. La notizia non è certo inaspettata, da giorni infatti si vociferava del suo arrivo in nerazzurro, ma la mattina di venerdì 31 maggio è arrivato l’annuncio da parte della società.
«Not for everyone» è lo slogan scelto dalla società milanese per il nuovo tecnico. Il claim è accompagnato dalle prime foto con il presidente Steven Zhang. Conte fa già parte della famiglia interista e lo si nota dalle prime interviste, dai contenuti social e dai primi video girati in uno studio televisivo. Emerge il feeling con Beppe Marotta, amministratore delegato dell’Inter, che accompagnerà il nuovo allenatore a Madrid per assistere alla finale di Champions League al Wanda Metropolitano.
Pare inoltre che Zhang Jindong sbarcherà in Spagna per assistere al capitolo finale della competizione europea più ambita: un’occasione per incontrare Conte. Si tratta di un evento quasi unico, un grandissimo riconoscimento. Fino ad ora, infatti, sono sempre stati i nuovi arrivi in casa Inter ad andare a Nanchino per conoscere il padrone del vapore.
«Inizia un nuovo capitolo della mia vita, sono entusiasta – ha affermato l’ex tecnico di Juventus e Chelsea – Cercherò con il lavoro di ricambiare tutta la fiducia che il presidente e i dirigenti hanno riposto in me. Ho scelto l’Inter per la società, per la serietà e l’ambizione del progetto. Per la sua storia. Mi ha colpito la chiarezza del club e la voglia di riportare l’Inter dove merita».
Un progetto ambizioso, un percorso complesso disseminato di ostacoli. E il primo intoppo Conte lo ha trovato nella Curva Nord. Gli ultrà nerazzurri prendono atto della decisione del club, ma inviano un messaggio chiaro al nuovo arrivato: «Noi non siamo la Juve – recita il comunicato -. Per noi vincere non è l’unica cosa che conta. Puntualizziamo in maniera ferma e decisa che la Curva Nord non può certo dimenticare il suo passato bianconero e giudiziario». Lo scritto termina però con un dovuto avvicinamento: «La nostra preoccupazione riguarda soprattutto l’aspetto morale. Essere interista significa vincere nel rispetto dell’avversario, accettare la sconfitta, le sentenze e non cercare alibi. Buon lavoro a mister Conte con l’augurio di dimostrarci presto di esser all’altezza dell’Inter».