In India l’approvazione del provvedimento sulla cittadinanza ha scatenato violenti scontri tra polizia e manifestanti che hanno causato alcuni morti e molti feriti.
La misura facilita la concessione della cittadinanza agli immigrati provenienti da Pakistan, Afghanistan e Bangladesh o appartenenti a determinate minoranze religiose. I migranti irregolari rischiano di andare incontro alla prigione o all’espulsione. Grazie a questo provvedimento, però, induisti, sikh, buddisti, gianisti, parsi e cristiani possono regolarizzarsi più facilmente. L’obbligo di residenza per loro passa da 11 a 6 anni.
Le origini della protesta
Citizenship Amendment Bill – così si chiama la legge sulla cittadinanza – è stata attaccata da più fronti. Se da una parte c’è chi grida all’invasione, dall’altra i musulmani sono l’unica minoranza religiosa a non essere rientrata nella misura.
L’epicentro della protesta è nello Stato di Assam, Nord-Est dell’India, a Guwahati. A temere le conseguenze del nuovo decreto sarebbero le regioni di confine, che si stanno preparando all’assalto delle frontiere, comunica la Bbc. Lo Stato di Assam, infatti, condivide 900 km con il Bangladesh e sul suo territorio avrebbe già sei milioni di stranieri illegali. La comunità assamese non sarebbe quindi bendisposta a rispolverare gli antichi dissapori con la cultura bengalese.
Dal Nord le proteste si sono propagate in tutto il Paese, fino ad arrivare a Nuova Delhi e ai campus universitari della capitale. Qui i manifestanti hanno bruciato autobus e veicoli della polizia, mentre gli agenti hanno sparato gas lacrimogeni e respinto la folla con i manganelli. Finora si sono registrati 6 morti e 100 feriti in tutto il Paese.
Le voci dell’opposizione
Il premier Narendra Modi, esponente del Partito del Popolo Indiano, ha celebrato la legge, grazie alla quale oggi si festeggia «un giorno storico per l’India e per i valori di solidarietà e fratellanza della nostra nazione». Nonostante questo è stato accusato di attuare politiche discriminatorie nei confronti dei musulmani, anch’essi minoranza religiosa alla pari delle altre. L’opposizione ha definito la Citizenship Amendment Bill in rottura con il principio di laicità dello Stato indiano, sancito dalla Costituzione. Derek O’Brien, leader di un partito d’opposizione, ha denunciato l’”inquietante analogia” tra le leggi naziste degli anni Trenta e il nuovo provvedimento messo in atto. Le voci dell’opposizione hanno inoltre fatto luce su come la misura rientri nel programma nazionalista, volto a marginalizzare 200 milioni di indiani musulmani.