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Inchiesta Curva Sud, Corona: «Lucci perno comune tra Emis Killa e Fedez»

Non è solo una storia da stadio. E nemmeno una faida tra ultras o una lite tra rapper. È molto di più. Al centro di tutto c’è sempre lui: Luca Lucci, ex capo della Curva Sud, oggi in carcere.

A ricostruirne i contorni è stato Fabrizio Corona, che in questi giorni ha rilasciato un nuovo video contenente audio, nomi e retroscena. Dai legami con Emis Killa e Fedez ai pestaggi e alle accuse di riciclaggio, Lucci è il perno comune della scena rap milanese.

L’ascesa di Lucci

Tutto comincia nel 2004. Luca Lucci, allora semplice tifoso del Milan, viene daspato per tre anni dopo aver lanciato un fumogeno alla stazione Termini durante una trasferta. L’episodio lo allontana fisicamente dagli stadi, ma segna il suo primo passo nell’ambiente ultras.

Nel frattempo, la “Fossa dei Leoni“, storico gruppo della Curva Sud, si scioglie. Dalle sue ceneri nascono due nuove fazioni: i Leoni della Sud e i Guerrieri Ultras. A capo dei Guerrieri c’è Giancarlo “Sandokan” Lombardi, un uomo che del tifo non ha interesse: per lui la curva è solo business.

Ma c’è chi si oppone a questo modello mercenario. I Commando Stile, veri ultras, contestano Sandokan. La tensione esplode il 25 gennaio 2007 durante Milan-Roma: Walter Settembrini, figura chiave dei Commando, viene aggredito brutalmente fuori dallo stadio. Testate, calci, pugni. Finisce in codice rosso.

2007-2009: dalla benedizione del “Barone” alla condanna

Il 25 gennaio 2007 segna un punto di rottura. Poco dopo, Sandokan viene condannato per estorsione a 3 anni e 8 mesi. Serve un nuovo capo. E lo individua il “Barone“, figura storica e carismatica della curva: sceglie proprio Luca Lucci.

Ma Lucci non tarda a commettere il suo errore più grave. Il 15 febbraio 2009, durante il derby di Milano, alcuni tifosi nel primo anello blu espongono uno striscione sgradito. Lucci e i suoi scendono a menare. Tra le vittime c’è Virginio Motta, colpito con un pugno devastante davanti alla figlia di 7 anni. Motta perde un occhio, cade in depressione e si suicida. Lucci viene condannato, ma è nullatenente e non paga i danni. In aula, la moglie di Lucci urla a Motta: «I 140.000 euro te li devi mangiare tutti in medicine, infame!».

Virginio Motta dopo il pestaggio

Dopo la condanna, Lucci riprende più forte di prima. Il suo obiettivo è eliminare ogni gruppo rivale. A Genova, durante una trasferta, fa massacrare Pino Russo dei Commando. Ma l’uomo, in ospedale, dice: «Sono caduto dalle scale». La curva viene completamente epurata.

La Digos non interviene. Nessun controllo, nessuna inchiesta interna. Lucci si consolida come unico capo della Curva Sud, grazie anche a una rete di complicità silenziose.

Il passaggio al business: dai concerti a Italian Ink

Uscito dall’ambiente puramente ultras, Lucci si reinventa imprenditore. Secondo quanto ricostruito, Fedez avrebbe affidato alcune date dei suoi concerti a promoter vicini a Lucci. Nonostante abbia un contratto con Vivo Concerti, alcuni eventi sarebbero stati gestiti da agenzie riconducibili alla rete della Curva Sud. In Calabria, in particolare, il controllo era totale. In una conversazione, Fedez ammette: «Devo evitare casini inutili». Ma i casini, ormai, sono già esplosi.

L’auto di Enzo Anghinelli dopo il tentato omicidio

Nel 2019, Enzo Anghinelli – narcotrafficante con legami alla ‘ndrangheta – viene ferito da cinque colpi di pistola. Sopravvive. L’attentato viene collegato anni dopo a Lucci: l’esecutore sarebbe Daniele Cataldo, suo braccio destro. Solo grazie all’intervento del giudice Gratteri, le carte vengono riprese. Per anni, la Procura di Milano ha ignorato le prove. Lucci patteggia: 6 anni e 4 mesi per traffico di droga. Ma continua a operare, a investire, a influenzare. Anche nel mondo della musica.

Lucci, poi, apre una rete di barberie alla moda e investe nel marchio Italian Ink, uno studio di tatuaggi e brand di lifestyle. Accanto a lui ci sono due nomi che faranno rumore: Fabiano Capuzzo, storico della curva, oggi in carcere per l’inchiesta “Doppia Curva” ed Emiliano Giambelli, alias Emis Killa, rapper milanese di fama nazionale. I tre creano una società. Ma da dove provengono i soldi investiti? Gli inquirenti sospettano che Emis Killa abbia riciclato denaro sporco proveniente dai circuiti di Lucci, e per questo viene indagato e si ritira da Sanremo.

 

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In un’intercettazione, Lucci racconta con orgoglio il regalo ricevuto dal rapper: «È vero eh. Tutto diamanti e oro bianco. Se ti dico quanto l’ha pagato… un botto. C’è il bandito sopra. Me ne ha fatto fare uno per me e uno per lui». Ma il gioielliere smonta tutto: «Roba da 3.000 euro, pagato con fattura». Ma non è il prezzo a fare la differenza, è il gesto. Il regalo sancisce un’appartenenza. Il potere si misura anche con l’ostentazione.

Il caso Iovino: Fedez e la spedizione punitiva

Il 22 aprile 2023, Cristiano Iovino viene aggredito sotto casa. Le telecamere non sono chiare, ma poco dopo Fedez invia a Fabrizio Corona un audio: «Chiedi al tuo amico se è ancora vivo. Ah ah». Un audio che potrebbe configurare un reato. Fedez nega, ma la Procura apre un fascicolo.

Iovino all’incontro organizzato da Corona

Intanto, tenta di contattare Lucci per mediare. Corona si propone come paciere tra Iovino e Fedez. Il rapper all’inizio rifiuta qualsiasi risarcimento: «Io a quello lì non do nemmeno un euro». Ma alla fine cambia idea. Viene fissato un incontro nello studio dell’avvocato Minniti. Piove, ci sono le telecamere. Corona organizza la pace e intasca la sua mediazione. Il bonifico parte: 5.000 euro. Pace fatta. Per ora.

Elena Cecchetto

📍Milano 👩🏼‍🎓Comunicazione, Media e Pubblicità ⚽️ Quando lavoro mi trovi allo stadio, quando non lavoro pure

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