betovistr.com palacebet1.com elipsbetr.com masterbet trwin casino betandyou34.com vbett34.com beinwonx.com tlcasino kalebet34.net

SERBIA, GLI STUDENTI CONTRO IL PARTITO DI VUCIC

«Avete le mani insanguinate». Una frase familiare per il popolo serbo in quanto slogan del movimento studentesco che da mesi sta mobilizzando l’intero Paese. Una rabbia di fondo emersa dopo il tragico crollo di una tettoia nella stazione ferroviaria, appena restaurata, di Novi Sad. Episodio che, oltre a provocare 15 morti, ha posto il focus su un sistema di potere corrotto, di cui il presidente nazionalista Aleksandar Vučić, del Partito Progressista Serbo (SNS), ne è a capo.

Studenti e professori uniti, in Serbia una protesta mai vista | il manifesto
Le proteste degli studenti in Serbia
I misteri del crollo

Dopo l’incidente, avvenuto il 1° novembre, sono iniziate le indagini per capirne le cause e il governo si è mostrato disposto, almeno inizialmente, a indagare sulla faccenda. Successivamente sono iniziati ad emergere molti elementi oscuri e mancanze di controlli. La stazione era stata costruita con fondi cinesi, nel contesto della Via della Seta, da due ditte orientali, sulle quali il governo ha mantenuto riserbo. E la non pubblicazione della documentazione sulla ristrutturazione della stazione ferroviaria ha reso lampante la volontà dello Stato di nascondere qualcosa. Gli studenti hanno iniziato a manifestare contro quel potere che da 12 anni gestisce la Serbia, con una pervasività tale da corrompere tutti i settori della società. Di conseguenza, il movimento ha richiesto la trasparenza nei progetti pubblici, la creazione di uno stato di diritto con i valori democratici e la dimissione del primo ministro, Miloš Vučević.

Quindici minuti di silenzio

Le mobilitazioni hanno caratteristiche precise. Innanzitutto, sono rimaste esterne ai partiti dell’opposizione e si contraddistinguono per una leadership orizzontale. I manifestanti adottano due strumenti fondamentali: da una parte il silenzio, lungo 15 minuti uno per ognuna delle persone morte, seguito da momenti di grande rumore; dall’altro l’uso mirato dei social per mostrare le menzogne diffuse dagli organi d’informazione istituzionali. E forse il movimento studentesco sta muovendo nuovi sentimenti nel Paese. Oltre l’associazione di categoria degli avvocati e i gruppi di lavoratori dell’azienda statale dell’energia EPS, il 24 gennaio hanno aderito allo sciopero gli insegnanti, i quali hanno mostrato solidarietà verso le manifestazioni studentesche.

Il presidente della Serbia Aleksandar Vučić
Il cammino verso l’UE

La Serbia è un Paese vicino alla Russia e alla Cina, ma nel contempo, da circa vent’anni, è iniziato il processo di adesione all’Unione Europea. In questo ambito, il Paese sta adeguando le proprie strutture ai valori fondamentali rispetto allo stato di diritto. Ma Bruxelles guarda con preoccupazione il caos esploso a Belgrado. Lo Stato risulta non in linea con le priorità strategiche della politica estera comunitaria europea. Non solo è vicino a Mosca, ma risulta restio sul possibile dialogo con il Kosovo e non disponibile ad attuare riforme necessarie in senso democratico. Nonostante ciò, la Commissione Europea continua a «contribuire al progresso della Serbia verso il percorso di adesione all’Ue».

No Comments Yet

Leave a Reply