La sonda Hope, lanciata in orbita dagli Emirati Arabi Uniti lo scorso luglio, ha scattato la prima foto del pianeta rosso. L’agenzia spaziale emiratina ha diffuso l’immagine di Marte da una distanza di circa 24.700 chilometri sostenendo che, l’immagine “cattura il maggior vulcano del sistema solare, il Monte Olimpo, che emerge dalla luce del primo mattino”.
La sonda “Al Amal”, “speranza” in arabo
Dopo 205 giorni di viaggio e 494 milioni di chilometri, la sonda Hope è entrata nell’orbita marziale. Con questo traguardo, gli Emirati Arabi Uniti sono diventati il quinto paese ad avere una sonda intorno a Marte dopo Stati Uniti, Unione Sovietica, Agenzia spaziale europea e India. La foto è stata condivisa su Twitter anche dallo sceicco Mohammed bin Rashid Al-Maktoum che si è dichiarato estremamente fiero per “la prima immagine di Marte catturata dalla prima sonda araba della storia”. L’obiettivo, nei prossimi tre mesi, sarà quello di posizionarsi il più vicino possibile alla superficie ed eseguire scansioni integrali per un anno intero (che su Marte corrisponde a 687 giorni).
Gli scopi della missione marziale
L’agenzia spaziale ha fatto sapere che le ricerche proseguiranno verso uno studio geoclimatico più approfondito. La meteorologia di Marte, infatti, rimane un campo ancora in fase di analisi. Gli strumenti che verranno utilizzati saranno: Emirs (Emirates Mars Infrared Spectometer), uno spettrometro a raggi infrarossi che rileva gli scambi di energia presenti nella bassa atmosfera e che influenzano l’andamento globale; Exi (Emirates Exploration Imager), una fotocamera ad alta risoluzione che ha il compito di visualizzare luce visibile e ultravioletta, ma anche di ottenere dettagli della superficie marziale fino a 8 chilometri ed Emus (Emirates Mars Ultraviolet Spectrometer), uno spettrometro a raggi ultravioletti in grado di analizzare le specie chimiche presenti negli strati alti dell’atmosfera. L’intera spedizione è costata oltre 200 milioni di dollari, in collaborazione con l’Università del Colorado.