«Hitler era comunista», così Musk e Weidel riscrivono la storia

Elon Musk e Alice Weidel

Mercoledì 9 gennaio, alle 7 di sera, Elon Musk ha accolto Alice Weidel, leader del partito di estrema destra Afd, nella sua diretta su X. La conversazione è durata circa un’ora e mezza e al momento del picco di ascoltatori si sono contati 2,1 milioni di utenti. L’intervista non è stata delle più brillanti, il discorso procedeva a rilento e Weidel non sembrava avere grande carisma davanti ai microfoni.

I temi del confronto

La chiacchierata ha toccato diversi punti vicini alla sensibilità dei due personaggi. Dalla complessità burocratiche del paese, «ci si sarebbe potuto riempire un camion» è intervenuto Musk ricordando l’enorme mole di documenti da stampare per aprire la sua Gigafactory, al problema del costo dell’energia. Dalla questione dell’immigrazione incontrollata, alla rovina del sistema scolastico causato “dall’agenda woke” e “gender”. Il colloquio pubblico su X ha anche destato sospetti in quanto potrebbe costituire una donazione illegale al partito. «Solo Afd può salvare la Germania», dice Musk, facendo un aperto endorsement al movimento di destra. 

Il revisionismo storico

«Hitler era un comunista che considerava se stesso socialista, finanziava tutto con soldi pubblici e ha nazionalizzato l’industria» così ha detto Alice Weide, rispondendo ad una semplice provocazione di Musk, sulle accuse al partito di avere simpatie per il nazismo. Una nuova lezione di storia da parte della candidata tedesca. «Solo dopo la guerra sono riusciti ad affibbiargli l’etichetta di uomo di destra, di conservatore». In un attimo si è rovesciata la storia, le politiche persecutorie di Hitler contro comunisti scordate. Le migliaia di persone arrestate arbitrariamente per la loro fede politica, 20mila nel 1933 al primo anno al potere e le decine di migliaia rinchiuse nei lager, sono state dimenticate. È anche sufficiente leggere le pagine del Mein Kampf per avere una prova di quanto Hitler fosse violentemente anticomunista e dell’odio che provava per i “bolscevichi”. 

Si tratta di un abbaglio, o forse, per la prima volta, Alice Weidel ha ammesso pubblicamente cosa pensi di Hitler e quale sia la visione del suo partito di quel momento storico. 

 A cura di Andrea Pagani

No Comments Yet

Leave a Reply