Haiti: continua la repressione del regime neoliberista di Moïse

Domenica 7 febbraio il governo di Haiti ha arrestato 23 delle centinaia di persone scese in strada per manifestare contro il regime di Jovenel Moïse, riferendosi alle proteste delle ultime settimane come a un “colpo di stato”. 

Lo scorso 31 gennaio, diverse centinaia di haitiani si sono radunati nelle principali città del paese, in protesta al governo di destra e conservatore di Moïse, appoggiato dagli Stati Uniti. I protestanti hanno occupato e bloccato strade già a partire dal 10 gennaio, in rivolta alla decisione di Moïse di indire elezioni presidenziali e legislative il prossimo 19 settembre, al fine di estendere il proprio mandato fino al 2022.
Moïse ha anche indetto un referendum, riconosciuto come invalido e anticostituzionale, volto a cambiare la storica costituzione haitiana, stabilita nel 1986 dopo la rivolta contro la dittatura di Jean-Claude “Baby Doc” Duvalier, anche in questo caso appoggiata dagli Stati Uniti.

Manifestanti bruciano la bandiera degli USA, Port-au-Prince, Haiti, foto di AFP.
Un neoliberalismo che uccide

Ad Haiti le proteste vanno avanti dal 2018, anno in cui si è insediato il regime neoliberale di Moïse, che ha visto la mobilitazione di intere organizzazioni, sindacati e civili, acuendo le profonde crisi sociali, economiche e politiche del paese.

La situazione economica di Haiti è, proprio a causa delle politiche neoliberali filo-statunitensi, estremamente precaria, portando il suo popolo ad essere uno dei più oppressi dell’intero continente latino-americano. Con un 60% della popolazione sotto la soglia della povertà e il 24% in condizione di povertà estrema, Haiti ha un’inflazione di oltre il 18%. Anni di dittature, corruzione sistemica, instabilità politica, vulnerabilità ai disastri naturali e scarsi aiuti internazionali hanno aggravato le enormi disuguaglianze sociali nel paese.

L’importanza della rivoluzione haitiana nel contesto latino-americano

Storicamente, la rivoluzione haitiana iniziata nel 1791 contro la corona francese, da parte del popolo schiavizzato nero dell’isola, rappresenta la prima ribellione anticoloniale di successo di tutta l’America Latina. Haiti è stato infatti primo paese del continente a dichiarare la propria indipendenza dal potere europeo.

Sonia Maura Garcia

Sonia M. Garcia, peruviana nata in Italia e stabile a Milano, è dj, giornalista, contributor per diverse riviste, tra cui VICE, Noisey, i-D, Flash Art, Zero, Norient, e founder della piattaforma SAYRI. Le sue ricerche indagano le nozioni di appartenenza, identità, colonialità e memoria, con un approccio anti-egemonico. SAYRI è una piattaforma e format di eventi incentrata su arti ed esperienze di donne e dissidenze affettive o di genere, provenienti dall’America Latina e dalla sua diaspora.

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